martedì 20 dicembre 2011

Notizie vaganti

"Ho saputo la ferale notizia", dice a un tratto, tra un prosciutto cotto e uno speck, il Maestrogino.
"Quale notizia", faccio io senza punto di domanda, ma con molta curiosità.

Inciso: il Maestrogino è uno di quei clienti la cui "periodicità" (sempre alle 8.00 della domenica mattina, tutte le domeniche che Dio manda in terra) mi sconcerta e mi intenerisce allo stesso tempo.
Un tempo la "vecchia me" l'avrebbe trovata terrificante e, devo ammettere, che qualche domenica mi infastidisce ancora un pochino.
Però, dal momento che viene a mio vantaggio, non posso lamentarmi più di tanto.
Mi fa anche sorridere questo modo di fare tipico della popolazione locale.
Molti dei miei clienti vengono magari un solo giorno della settimana, ma sempre lo stesso, e fanno una spesa simile tutto l'anno. E' chiaro che sono abituati a fare la spesa altrove, ma vengono da noi una volta alla settimana, perchè questa realtà non muoia.
A suo modo commovente.
Alcuni abitanti, mossi dalla stessa identica testardaggine, ci ignorano completamente e con ostentazione.
Il Maestrogino, che sapevo aver "bocciato" con decisione la precedente gestione, all'inizio mi incuteva un certo timore.
Non è un cliente facile.
E poi ha il cipiglio del maestro vecchio stampo che, avendo fatto quello per tutta la vita, potrebbe metterti una nota in qualsiasi momento.

La ferale notizia, dunque.
"Ci abbandonate", chiede il Maestrogino, senza punto di domanda, ma con una certa apprensione nella voce.

In effetti è già la seconda volta che circola questo gossip.
La prima è stato un quiproquo innescato dal fatto che a settembre avvertivamo già che saremmo "andati via" (per le ferie) la prima settimana di ottobre.
Quell'"andare via" durante la briscola chiamata della sera al bar Miramonti è diventato subito "chiudere bottega".
Adesso, invece, a parte la NON chiusura natalizia, non c'è nessun misunderstanding che tenga.

"Ma dove vuole che andiamo, signor Gino?!?!?!?".
Anzi, di questi tempi, meglio zitti e mosca, e muoversi poco per non farci crollare l'impalcatura sulla testa....

I risultati del cioccolato plastico



Le foto sono orrende, lo so.
Le ho fatte alla fine delle preparazioni stremata da ore di lavorazione per la torta, la sua farcia e i "disegnini".
Devo munirmi di una luce artificiale migliore o di un buon photoshop...

Comunque il risultato complessivo (gusto e vista) non è malaccio. Si tratta di pan di spagna farcito alla crema di mascarpone con marsala e gocciole di cioccolato fondente. Il pan di spagna l'ho bagnato con latte tiepido e cacao amaro.

Ho scoperto che la cosa più difficile è stendere ampie superfici di cioccolato plastico. Per esempio in un caso è capitato che il "fondale" di cioccolato bianco mi si raggrinzisse tutto. Un disastro. Ho rimediato stendendo una seconda "foglia" che è risultata più liscia, ma il tutto ha reso la decorazione troppo spessa e quindi stucchevole nell'insieme.
Ovvio che più il cioccolato è buono, meglio riesce il tutto!

Importante: il cioccolato fondente NON è adatto allo scopo. L'ho scoperto a mie spese.


martedì 29 novembre 2011

Cioccolato plastico


Un ristorante della zona ha da poco cambiato gestione e i nuovi gestori hanno reso l'aria un po' più "frizzante".
Almeno per quanto ci riguarda.
Ci chiedono infatti ogni tanto dolci "speciali" per serate a tema.
Abbiamo fatto già per loro: una crostata di mele enorme a forma di provincia e una gigantesca crostata di frutta con scritta "classe 1941" a caratteri cubitali .

Venerdì prossimo hanno in programma una serata intitolata alla Vacca di "Razza di qui". C'è un produttore che conosciamo che fa dell'ottimo formaggio, alleva la suddetta vacca (e la macella, poveretta) ed è uno dei pochi che alleva e addestra buoi da tiro (ormai in disuso per via della moderna agricoltura).
Ivano (il gestore) mi ha chiesto una "torta come vuoi tu", ma con il disegno della suddetta mucca.

Io stanotte mi sono sognata la torta e sarà: dell'ottimo pan di spagna farcito con crema al mascarpone e cioccolato e "dipinta" con CIOCCOLATO PLASTICO!!!!

La ricetta del cioccolato plastico l'ho trovata su internet e mi ha esaltato subito.
Così oggi pomeriggio, tra un cliente e l'altro, ho fatto un po' di esperimenti ...
Sono risultate delle palline di pongo commestibile che userò per modellare le figure sulla torta.
(alla prossima puntata il risultato)

La ricetta:
100 gr. di cioccolato (bianco, se volete divertirvi con i coloranti alimentari)
1 cucchiaio raso di acqua naturale (con il colorante se...)
1 cucchiaio bello pieno di miele
zucchero a velo QB (ma ne occorre tanto in proporzione).

Fate sciogliere il cioccolato (a bagnomaria o microonde come siete abituati), aggiungete acqua e miele e mescolate vigorosamente.
Stendete l'impasto su un piano di marmo o carta forno per accelerarne il raffreddamento.
Aggiungete mano a mano lo zucchero filato finchè l'impasto non appiccica più (la stessa consistenza della pasta frolla per intenderci).
A quel punto fate una pallina da mettere in frigorifero.

Io sono arrivata a questo punto.
Intanto la pallina che ho messo per prima ha davvero assunto la consistenza del pongo!!!

Non vedo l'ora di fare il disegno sulla torta!!!!

Ah, ci si diverte come si può....


sabato 26 novembre 2011

Il mago di Esselunga

Non ci avevo mai pensato prima di essere "panettiera", devo confessarlo, ma stabilire i prezzi di ciò che vendiamo è un'impresa titanica.
Di tutto quello che produciamo ci sforziamo di stabilire un prezzo equo cercando di trovare un equilibrio rispetto alle spese che dobbiamo sostenere dal momento che non siamo proprietari e dobbiamo pagare l'affitto per l'attività, ma per tutti i prodotti che acquistiamo (dall'alimentare ai casalinghi: "di tutto un po'") siamo letteralmente "ostaggi" dei prezzi che stabiliscono i vari grossisti che abbiamo a portata di auto o che sono disposti a consegnarci la merce (alcuni infatti fin quassù non ci vengono!).

Da consumatori ci è sempre toccato stare attenti al centesimo e quindi capiamo benissimo le esigenze dei nostri clienti, cerchiamo perciò (soprattutto per il non alimentare) il prezzo più basso.
Sappiamo che nel campo alimentare per la maggior parte non è affatto indice di buona qualità e anche lì è una questione di equilibrio, ma cerchiamo di barcamenarci anche in questo.
E i "nostri" vecchietti tuttosommato apprezzano lo sforzo.

Ciononostante è una vera faticaccia girare come trottole tra un rivenditore e l'altro per capire dove spendere meno!

Durante queste peripezie, ricerche e complicati calcoli, ci siamo imbattuti nelle maglie della mefistofelica rete di Esselunga.
E' risaputo che i prezzi del satanico Caprotti sono imbattibili, ma non avrei mai pensato di dover comprare alcune cose lì per il negozio.
Alcuni prodotti, nonostante poi debba applicare comunque un ricarico, sono molto più convenienti che dal grossista. Sono allibita.
Cosa si cela dietro questo magico mistero? Certamente chi è più informato di me su cose come "consumo critico" sa dirmi che genere di lobby può generare una tale sperequazione.
Io un'idea abominevole me la sono fatta guardando il video promozionale che stanno distribuendo nei punti vendita in questo periodo:"Il mago di Esselunga. Un racconto di Giuseppe Tornatore".

Al di là dello stile e del tono che sembra una presa per il ... di tutto il sistema (ma sarebbe troppo autoironico e quindi penso che non lo sia), sono rimasta sconvolta dalla tracotanza con la quale si descrive l'Esselunga come il paese del Bengodi. Un'opulenza e un'ostentazione sovrumana di merci in quantità esagerate, mi hanno fatto venire il voltastomaco. Per non parlare di tutto il tempo in cui nel video i protagonisti vengono chiamati per nome da tutti i "servi della gleba" del supermercato (è risaputo che i dipendenti non sono trattati molto bene laggiù) per dare quell'aria da "negozio di paese" (appunto) dove tutti ti conoscono e conoscono i tuoi gusti. [STUPIDA ESSELUNGA, LASCIACI ALMENO QUESTO!]
E per tacere infine del fatto che il supermercato viene propinato come il miglior luogo per trovare l'amore della propria vita.

Non trovo modi per edulcorare il mio pensiero: chi fa un video del genere non ha sicuramente buone intenzioni...., ma io mi sento costretta a comprare da lui e sentirmi così non mi piace affatto.


domenica 20 novembre 2011

Redistribution or revolution



Il negozio è un luogo che stimola i comizi.
I migliori (che più incontrano il mio gusto) sono quelli del Gianni, detto Valpreda.
In paese, in questi paesi, si sa, ognuno ha un soprannome che lo caratterizza "nell'intimo". Spesso non piace alla persona perchè punge sempre sul vivo (come a Gianni non piace il suo).
Non so esattamente perchè gli abbiano assegnato l'etichetta di anarchico, ma immagino che in qualche modo sia inerente alle sue passioni politiche giovanili.
Oggi, domenica, eravamo solo lui e io in negozio, ma aveva voglia di pontificare ed è stato, come sempre, un piacere ascoltarlo.
Ce l'aveva con l'ulteriore aumento dell'IVA, con chi non vuole una tassa patrimoniale e con chi rivoterebbe il signor B. (in paese devono essere in molti).

Il Gianni mi ha trovato già "carica", perchè avevo appena letto il commento di Saviano alla protesta di Zuccotti Park e, sì, devo ammetterlo, ho versato qualche lacrima, mi sono commossa.
In più ho visto la foto di una "mia" ex Coccinella (ebbene sì, in gioventù, guidavo piccoli Boy Scout), che ora abita a New York, che con la sua bambina di pochi mesi si trovava là, insieme a Saviano.

Da qui sembra tutto davvero davvero molto lontano. Mi spiace soprattutto non poter essere nel vivo delle rivoluzioni che sono in corso. Però "esserci" equivale anche a  un impegno quotidiano che non è riportabile o quantificabile dai media.

"Esserci" è la nostra piccola filosofia di vita (sobrietà, riuso, curiosità, critica costruttiva, manualità,...ecc. ecc.) che impegna giorno dopo giorno.

giovedì 17 novembre 2011

Catastrofisti unitevi

Sarà stata una decina di anni fa quando ho visto per la prima volta Grillo telefonare con Skype (di cui non conoscevo l'esistenza) all'interno di un suo spettacolo.
La cosa buffa è che mi sono detta: "non è possibile" e "è tutto falso".

Oggi ho parlato da questo posto italiano e sperduto a due miei cari amici che stanno in un posto brasiliano e sperduto (Santana, vicino a Macapà, alla foce del Rio delle Amazzoni).
Sempre tramite Skype mi è anche capitato di chattare contemporaneamente con un amica che lavora a Oslo e un collega (del lavoro precedente) che si trovava in Mozambico per un'operazione umanitaria.

Embè?!?, direte voi.

Beh, io ancora mi stupisco e meraviglio per questa tecnologia che ci unisce all'istante a persone care così lontane. Mi sembra un gran regalo che a così poco "prezzo" si riescano a mantenere amicizie e ad avere notizie in "tempo reale".
Sono una fan accanita del "tempo reale".

Eppure, contemporaneamente, tengo sul comodino "Manuale di sopravvivenza alla fine del petrolio. Riflessioni, consigli e ricette per fare a meno dell'oro nero" di Albert K. Bates (edizioni AAM Terra Nuova, pag. 230).
Lo leggo con parsimonia perchè devo ammettere che il catastrofismo un po' mi deprime, però ci sono delle ottime ricette (come fare il tofu in casa per esempio) e ottimi consigli sul "fai da te" e il risparmio energetico.
Però non penso che internet come lo conosciamo adesso sopravviverà alla "catastrofe".

A questo punto il dilemma interiore: come posso arrivare a un compromesso con me stessa se da un lato sto diventando web-dipendente e dall'altro mi prende vaghezza per la catastrofe?

Meno "negozio" e più "terra".
Meno pane e più fagioli.
Magari!!!

giovedì 10 novembre 2011

Genitori? - cap. 2

Ieri siamo andati al 16esimo incontro preadottivo.
All'inizio era divertente.
Ora ci sembra perfino di aver perso di vista l'obiettivo.
Della relazione sui nostri "limiti e risorse come genitori" che dovrebbe andare al giudice che stabilirà poi la nostra idoneità all'adozione, ancora nessuna traccia.
Dovrebbe essere scritta entro il quarto mese dalla presentazione dei documenti di richiesta al tribunale eppure noi siamo alla fine del quinto mese di incontri.
Dirò una banalità: "la psicologa ce l'ha con noi!" :-)
Sicuramente pensa che siamo hippy dell'ultima ora, con una gigantesca sindrome di Peter Pan, vegetariani incalliti che porteranno alla denutrizione il povero bimbo (ndr: mangiamo bistecche di ogni tipo, tanto per la cronaca, e glielo abbiamo pure detto) e che gli impiastricceranno i capelli di rosso d'uovo pur di non usare sciampi delle multinazionali imperialiste.
Tutto questo perchè la signora in questione non si riesce a spiegare come e perchè abbiamo deciso di vivere in un posto così sperduto e dimenticato dall'uomo come la nostra attuale residenza.
A questo punto penso che la sua stupidità sia superiore soltanto all'entità del pregiudizio che si è costruita su di noi.

Che dire: HASTA LA VICTORIA!

sabato 5 novembre 2011

Il miglioratore. Questo sconosciuto.


 A seguito delle polemiche sorte in tivvù sull'uso del miglioratore nella panificazione, per maggiore chiarezza nei confronti dei nostri clienti, abbiamo scritto una piccola spiegazione del nostro punto di vista a riguardo e l'abbiamo messa in vetrina.
Chiaramente a noi piacerebbe fare il pane di farina di grano biologico e macinato a pietra e lievitato solo con pasta madre e senza l'aggiunta di niente altro che acqua, ma sappiamo che NESSUNO LO COMPREREBBE!!!!
Nessuno lo comprerebbe  perchè è un sapore al quale la maggior parte delle persone non è più abituata, perchè non tutti giorni sarebbe perfettamente lievitato e con la crosta croccante e la mollica sofficie.... insomma avrebbe tutte le imperfezioni che non siamo più abituati a tollerare.
Siamo molto tristi per questo.
Ai nostri amici consigliamo sempre di farsi il pane in casa... Sig!

IL MIGLIORATORE. QUESTO SCONOSCIUTO.
Nell’avvicinarci a questo lavoro, un universo a noi sconosciuto, abbiamo scoperto che esistono diversi tipi di miglioratori per panificazione che consentono di dare quella stabilità all’impasto per cui giorno dopo giorno (quasi!) trovate il pane lievitato e con la crosta ben formata e la mollica della medesima consistenza.
Abbiamo imparato che ce ne sono anche alcuni che hanno la funzione di far durare il pane più a lungo e prevenire le muffe che si possono sviluppare il giorno dopo in caso di troppa umidità ambientale, ma abbiamo deciso di non usarli.

Gli ingredienti  del nostro miglioratore (in ordine decrescente di quantità) sono:  farina di grano tenero di tipo “0”,  farina di grano tenero maltato, Alfa Amilasi (che è un enzima che aumenta la digeribilità del pane  e  funge da lievitante ) e acido ascorbico.
Noi mettiamo il miglioratore nella misura dello 0,5 % sulla quantità generale dell’impasto preparato.

A quanto ci risulta, il miglioratore è un ingrediente utilizzato nella panificazione da circa una trentina d’anni, forse più, ed è stato sviluppato dalle aziende di prodotti per la panificazione per rispondere a un mercato esigente  in fatto di “bellezza” e “alta performance” del prodotto comprato.
Probabilmente anche il progressivo impoverimento (in termini di enzimi e nutrienti) delle farine ha giocato un ruolo importante nell’introduzione di questo composto.
Il processo adottato attualmente dai mulini che macinano grano tende alla separazione delle componenti del chicco (germe, crusca, endosperma) e ne viene purtroppo persa la maggior parte delle componenti nutritive.
Per far sì che si mantengano tutte le proprietà bisognerebbe macinare a pietra grano biologico e non separare  le sue parti, ottenendo quindi una farina completamente e “veramente” integrale (mentre oggi, quando mangiamo del pane definito “integrale” siamo abituati a un sapore più blando).


giovedì 3 novembre 2011

Perchè ce l'hanno tutti con me?

Insieme alle fatiche psicologiche che l'avvicinarsi dell'inverno porta con sè (ebbene sì, sono metereopatica), inevitabilmente sorgono numerose le considerazioni sulla razza umana sviluppate nel mio personale osservatorio dietro il bancone.
In particolare in questi giorni sono stata investita da ondate emozionali, simili nella portata e nelle caratteristiche, che identifico come RISENTIMENTO.
Da qui sembra proprio che il mio piccolo mondo ne sia pieno. Diversi clienti che si affacciano alla nostra porta esprimono le loro opinioni con un astio e una rabbia che ricondurrei a questo particolare sentimento.
Su Wikipedia ho trovato una bellissima definizione/spiegazione della cosa: "il risentimento (o rancore) è un'emozione data da un misto di rabbia e desiderio di rivalsa, protratto nel tempo, che si prova come conseguenza di un torto subito, sia esso reale o immaginario".
E sul perchè questa emozione abbia un peso soprattutto sociale: "il risentimento riguarda simultaneamente le strutture e le relazioni nelle quali le persone sono ingaggiate. Nella società contemporanea l’eguaglianza proclamata sul piano dei valori contrasta con le disuguaglianze sul piano delle differenze di potere e di accesso alle risorse materiali. Questo divario genera una tensione sempre maggiore tra desideri egualitari, tra loro fittamente concorrenziali, e le disuguaglianze sociali strutturali crescenti. Gli attori sociali hanno ampie possibilità di scelta, ma sono tendenzialmente incapaci di promuovere le condizioni di uguaglianza di opportunità che sono necessarie alla loro concreta realizzazione. Un desiderio sempre più ambizioso e mimetico si scontra con una realtà competitiva e selettiva. Una conseguenza, è la diffusione del risentimento nella vita quotidiana".
Bellissimo.

Quando si ha una parola o un concetto chiaro in mente, vagare per il web è davvero un'esperienza emozionante. C'è di tutto e di più in rete.
Alla ricerca della definizione più consona alla mia esperienza di questi giorni sul risentimento ho trovato persino un esercizio per liberarsene (qui).
Provare per credere!!!!

venerdì 21 ottobre 2011

Cionski bit

Addio glorioso energico gatto.
Ventidue anni sono stati troppi anche per te...
Ti ricordi quando inseguivi sicura i piccioni sul davanzale?
...e poi cadevi precipitandoti dal quarto piano sulla via
e i passanti attoniti impietrivano all'idea di una strada dove piovono gatti?
Ti ricordi che non ti sei fatta neanche un graffio allora,
tu che di graffi riempivi chiunque non fosse me.
E quando assalivi agguato dopo agguato i polpacci della nonna
che perciò non ti aveva troppo in simpatia.
E quando terrorizzavi chiunque veniva malauguratamente assoldato per riempirti la ciotola di cibo.
Eri il terrore dei sette mari, dei sette colli, dei sette piani del condominio.
Eppure così piccina e fragile,
amavi sempre stare al calduccio confortevole delle quattro mura di casa.
Hai visto tanti appartamenti in città
e hai fatto in tempo anche a vedere gli spazi sconfinati della campagna,
ma mai oltre il portico di casa, mi raccomando!

Addio compagna di mille avventure
il tuo pelo bianco baluginerà ancora per molto
in un angolino del mio campo visivo
come sempre mi succedeva quando per caso ero lontana da te.

mercoledì 19 ottobre 2011

Odore d'autunno



Finalmente stamattina all'apertura del negozio l'ho sentito.
Generalmente si dice che è in primavera che la natura "esplode" perchè si risveglia: c'è un'esplosione di colori, un'esplosione di profumi e bla bla bla.
Io credo però che il bosco dia davvero il meglio di sè in una brumosa giornata d'autunno.
Questa è una delle cose di cui in città è assolutamente impossibile accorgersi: l'odore del bosco in autunno.
Funghi, muschio, terriccio buono e ...pelo di cinghiale bagnato!
Un mix irresistibile. Se producessero un deodorante con questo profumo lo comprerei in quantità industriali per poterlo usare tutto l'anno.
Purtroppo l'autunno qui è arrivato con gran ritardo. Mentre i turisti "cittadini" gioivano del bel tempo infinito e si sperticavano in complimenti (ma...A CHI???) per il caldo irreale che c'è stato fino all'altro ieri, i coltivatori consumavano il triplo di gasolio per seminare i campi, le castagne che si trovano sono tutte già secche e i funghi non sono quasi neanche nati.
In compenso le zucche sono buonissime, perchè ha piovuto il giusto a luglio e questo ultimo sole le ha fatte ingrandire e colorire al punto giusto.

Almeno quello.

domenica 16 ottobre 2011

Good job, mister Berlusconi!

Non vorrei aggiungere niente a quello (tanto) che è gia stato scritto sulle manifestazioni degli Indignati ieri a Roma, ma qualcosina dal mio osservatorio nell'Italia di mezzo appare qua e là e non posso tacerla (non ci riesco).
Sono, come sempre, commenti, atteggiamenti e allusioni della "gente di mezzo" che qui più che altrove mi appaiono lampanti come paradigma dell'intera nazione.
Un commento in negozio dal mitico signor Pino, arzillo ottantenne : "sono tutti degli sporchi comunisti ... fossi stato io al governo avrei preso la mitraglietta e li avrei falciati tutti!".
Mia madre, così dice, non ha dormito tutta la scorsa notte nel timore dell'imminente fine del mondo.
Ah, la paura!!! ...che magnifica, splendida arma!!!

Per qualche approfondimento in più rimando a Ilcomizietto che a sua volta raccoglie commenti salaci nel web.
E concordo pienamente con lui: "non hanno usato la fantasia".

mercoledì 12 ottobre 2011

Non c'è più religione


Ci siamo presi una settimana di riposo. Abbiamo chiuso bottega, come si suol dire.
Così abbiamo scampato ci è sfuggito il cinquantesimo anniversario di matrimonio dei nostri vicini (nonchè proprietari di casa).
Nessuno ci ha avvertito di nulla, ma siccome in negozio prima o poi le cose e gli avvenimenti si vengono a scoprire, saputolo mi sono profusa in congratulazioni con la signora.
All'inizio ha accettato di buon grado i complimenti, ma poi mi ha fatto chiaramente capire che non era il caso di fare tante scene per qualcosa che per la sua generazione rientra nella norma.
Sono i giovani d'oggi, dice, che si sposano già annunciando "tanto se non funziona, posso divorziare", stanno insieme due anni, poi si lasciano, poi si risposano come vogliono.
"Cosa credi", dice, "che non ho mai avuto voglia di mandarlo a quel paese delle volte mio marito?".
"Poi pensavo e mi domandavo: - ma dove posso andare così, da sola?-, e allora mi rimangiavo le cose e si andava avanti".
Allora, durante il suo monologo, il mio diventa un pensiero di ringraziamento perchè molte donne oggi possono contare su alternative valide: hanno un lavoro indipendente, una consapevolezza diversa delle proprie capacità, altri posti dove andare e la voce per ribellarsi.
Grazie, penso, perchè queste conquiste hanno potuto far sì che noi crescessimo come uomini e donne liberi e laicamente liberati.
Alla fine del discorso chiosa stentorea: "...il fatto è che non c'è più religione".
Allora scoppio a ridere, perchè questa è la frase che diciamo sempre io e mio marito (insieme a "non ci sono più le mezze stagioni") per rimarcare un discorso pieno di luoghi comuni. Questa la sequenza: ci guardiamo di sottecchi, dichiariamo che non c'è più religione e scoppiamo a ridere.
Invece la signora mi sta guardando come dire: "mbè? cosa c'è da ridere?".
Sono allibita, il mio sorriso si spegne, mi guardo annuire, in mancanza di meglio, come se ci credessi anch'io....


P.S. Ricchi premi e cotillons a chi individua tutti i "luoghi comuni" contenuti nel post.

domenica 2 ottobre 2011

La bottegaia con la scopa


"Ha sempre la scopa in mano, eh?!?", mi apostrofa la signora Alma mentre sale le scale puntuale (8.02 non un minuto di più).
E con ciò intende dire: "brava bottegaia, che pulisci le scale, suppongo che tu sia pulita anche dentro (dentro il negozio, dentro la tua casa, ... anche nel pane), brava che lo dimostri facendoti vedere con l'arcaico strumento di pulizia fra le mani".
La signora si dimostra molto soddisfatta di me e io rifletto molto intensamente sull'origine (per me bizzarra) di tanto gaudio.
La scopa, prima che mezzo per nettare, in posti come questi è simbolo, archetipo, raffigurazione dell'io.
Se dovessi scegliere, per pulire a fondo le scale non userei mai la scopa. Magari l'aspirapolvere, lo spazzolone, magari con un bel po' d'acqua calda.
Infatti sono una cittadina.
Da queste parti vedere qualcuno (che poi è sempre una donna) con la scopa in mano è RASSICURANTE, riordina il caos interno provocato da questo fragile mondo dove il giovane se ne va in città e il paese si svuota sempre più, è un baluardo contro l'horror vacui di questa gente.
Non importa se la scopa, invece che pulire solleva polvere (questo ce lo hanno insegnato al corso per "somministrazione alimenti e bevande": produce spore molto dannose, soprattutto se la polvere malauguratamente si attacca ai cibi).
La scopa è lo scettro, il bastone del (poco) comando di una donna che è "regina della casa"  in una cultura profondamente patriarcale. Le streghe ci volavano via su questa scopa (quante donne le invidiavano per questo!).
Per non parlare poi del doppio senso italiano insito nel termine (i primi mesi in cui facevo la bottegaia, per spronarmi a "pulire", la padrona di casa mi chiedeva maliziosa, quando c'era un po' di gente in negozio,: "ma non ti piace proprio scopare?").

Poi ho capito il senso del rito che sta tutto nel farsi VEDERE con la scopa in mano e allora, alla mattina quando apro, vado un po' su e giù per le scale davanti al negozio.

venerdì 30 settembre 2011

Genitori?


Mi sembrava un'impresa titanica, ma anche da quassù è possibile seguire un percorso per adottare un bambino.
Certo è che bisogna essere pronti (come la maggior parte delle cose che si fanno qui)  a una avventura "on the road" nel senso letterale. Per raggiungere i luoghi dove ci si informa, si incontra, si presentano documenti, occorre macinare chilometri in automobile.
Alla faccia della "sostenibilità" che volevamo ottenere abitando qui.
 
Essendo connessi a internet molte informazioni possono essere prese dal web, ma bisogna fare attenzione (come sempre) alle informazioni datate che tuttora si trovano: alcuni siti (anche istituzionali!!!) contengono moduli, liste di documenti e altro che non occorrono più. Lo abbiamo scoperto a nostre spese (e chilometri).
Comunque anche quando si imbrocca la strada giusta il percorso è lungo (lo dicono tutti) e periglioso.
Noi siamo all'inizio, ma per il momento ci riteniamo fortunati: abbiamo incontrato delle belle persone e delle brave professioniste (tutte donne ...) che ci hanno fatto sentire a nostro agio e ci stanno aiutando a riflettere sulle nostre "buone intenzioni".

Finora i passi sono stati questi:
  • la presentazione al tribunale di competenza della nostra domanda di adozione nazionale e internazionale;
  • un corso formativo/informativo di tre incontri da 4 ore con altre coppie di adottandi tenuto da una psicologa e una assistente sociale sul passaggio da "come desideriamo tanto avere un bambino" a "c'è un bambino là fuori che ha già avuto tutto il peggio dalla vita e si merita di incontrare qualcuno che può dargli solo il meglio";
  • alcuni incontri (già sei!) con un'altra coppia psicologa/assistente sociale che ci seguiranno durante tutto il percorso (sia che si tratti di adozione nazionale, sia che si tratti di internazionale).





lunedì 26 settembre 2011

Andare a ritroso nella favola dei tre porcellini.

Vi ricordate di Timmy, Tommy e Jimmy che, in un accesso di solipsismo, si costruivano una casa ognun per sè? Poi il lupo arrivava e si faceva un baffo della capanna di paglia, una risata su quella di legno e, invece, rosicava per quella di mattoni?
Ecco.
Io voglio, fortissimamente voglio costrurmi una casa di paglia.
Invece arrivo dalla grande città dove ho sempre vissuto in un appartamento di mattoni e cemento e qui mi sono costruita una casa di legno.
E' molto bello autocostruirsi la casa. E' una bella fatica fisica dal significato fortemente simbolico.
Ma la vorrei tanto di paglia...
Magari mi sto intestardendo inutilmente su qualche cosa che ora non è strettamente  indispensabile (abbiamo già la casa di legno e in più l'appartamento annesso al negozio/forno), ma è forse più un "intorno" che mi manca: un progetto corale di sostenibilità e fusione con la natura e il paesaggio di qui, un movimento di pensieri e azioni (ah, il famigerato ecovillaggio!!!).
Intanto mi consolo nel web leggendo di alcune belle inziative italiane in sintonia con questi miei pensieri sparsi.
A Pescomaggiore, per esempio, un bel borgo abbandonato vicino l'Aquila, danneggiato dallo scorso terremoto, un gruppo di volonterosi abitanti sta "rivitalizzando" il territorio con diverse azioni.
Case in balle di paglia comprese.

lunedì 19 settembre 2011

Un minuto di silenzio

Il mio pensiero va oggi a tutte le bestiole in fuga a causa dei cacciatori.
Correte!!!

venerdì 16 settembre 2011

Il bello della sintassi

Oggi ho sentito dire:
"Adesso la gente non ce n'è più uno onesto".

A discolpa dell'oratore ammetto che stavo origliando da una finestra aperta e forse mi è sfuggito il contesto del discorso.
Sul contenuto non obbietto.
Soprattutto conoscendo chi parlava.

mercoledì 14 settembre 2011

Ecovillaggio o egovillaggio?

Come precedentemente annunciato, ci siamo trovati a discutere di un possibile futuro comunitario.

Abbiamo coinvolto una decina di persone variamente interessate alla cosa e tutte (più o meno) residenti nella zona.
All'appuntamento si è presentato solo Marco ed è stata una serata meravigliosa.
Nel tiepido tramonto dell'ennesima bella giornata che ci sta regalando questo strano settembre, ci siamo seduti intorno al tavolo sotto il portico della nostra piccola casa di legno con un bicchiere di vino (e le tre torte salate che avevo preparato per dieci persone) e ci siamo lasciati andare ai nostri sogni.
Era molto tempo che non discutevo così profondamente con qualcuno che non fosse mio marito di progetti per il futuro.
Gli argomenti si sono mischiati e dipanati con naturalezza: microeconomia, mutualità, autosussistenza, decrescita felice, vita in comune, visione comune, genius loci....
Intanto dalla collina di fronte spuntava una tonda enorme luna piena e le lanterne di carta erano più che sufficienti a combattere con noi la notte che avanzava.
Le parole sono importanti, ma di questi tempi vengono davvero svalutate da un uso eccessivo e inappropriato.
Deep walking (camminata consapevole), ecovillaggio, cohousing, costellazioni familiari, ecopsicologia .... per citare solo alcuni di quei termini che ci hanno fatto ridere di più nel corso della serata.
Eppure non è difficile capire e capirsi quando si scoprono esperienze comuni anche fatte in tempi differenti.

Non so come andrà a finire questa storia, non so se riusciremo davvero a costruire qualcosa insieme, ma spero che i nostri passi leggeri ci portino dove desideriamo. Nonostante tutto.

"Più lenti, più dolci, più profondi" (A. Langer)

martedì 13 settembre 2011

Ma guarda qui cosa ti combinano gli islandesi ....
Delusa e frustrata da come viene derisa e stravolta la "partecipazione" in Italia, dopo 15 anni di onorata professione nel campo, mi rifugio a vendere pagnotte e ti scopro che la partecipazione non è ancora morta.
Sia ben chiaro: nessun rimpianto.

Solo uno strano desiderio di rinascere in Islanda.

mercoledì 7 settembre 2011

"Chi non da, non riceve"

La casa in cui abitiamo (che poi è il retro del negozio) è piuttosto vecchiotta. Sotto l'appartamento c'è il forno.
Da qualche giorno ha cominciato a gocciolare acqua sull'impasto del pane e si presume che sia una perdita in bagno. Il pane ha assunto una fragranza tutta particolare...
Abbiamo scoperto che il furbastro proprietario del'immobile ci ha gabbato nel contratto con una clausola che va in deroga alla comune regola in cui i guasti dell'appartamento vengono riparati e pagati da lui.
Siamo un po' preoccupati, ma tanto i soldi non li abbiamo...
Per "incentivarci" a fare i lavori ci ha spronato a chiamare l'assicurazione che abbiamo fatto (su sua forte pressione) riguardo ai danni possibili per la nostra attività (incendio, ecc. ecc.), dicendoci: "guardate che poi l'assicurazione vi ripaga tutto, perchè l'assicuratore lo conosco da quando era piccolo!!!!".
Purtroppo la polizza, come è prevedibile per quanto ci riguarda, copre solo i danni subiti dalla merce o dal nostro lavoro.... non i lavori di ristrutturazione del bagno, nè tantomeno del forno (di cui non siamo proprietari).
Dopo aver a lungo consultato il suo "amico" dell'assicurazione, oggi finalmente ci propone di pagare lui i lavori (sarà vero?) perchè, ovviamente, il rimborso spetta a lui.
"Perchè dovete capire", dice, "che qui non è come in città. Voi non sapete proprio niente di come funzionano le cose qui. Ieri sera..."  - abbassa la voce con aria di cospirazione - "...quel ragazzo là dell'assicurazione è andato via con il bagagliaio pieno di roba! Gli ho dato due cassette di pere, vasetti di miele per lui, per le segretarie dell'ufficio, ... l'ho riempito di regali! La stessa cosa per il perito che verrà a verificare il danno. Lo conosco da quando era piccolo e ci regalavo sempre un panino e lui andava via tutto contento. Qui chi si fa i c*** propri non vive bene, perchè poi chi viene a controllare dice: "aspetta un po'... quello non mi ha mai fatto un favore, perchè dovrei fargliene un altro io?", e così te la fa pagare tutta, invece io sono amico di tutti, tutti mi devono dei favori e sicuramente per questo lavoro non tirerò fuori un centesimo. Ricordatevi bene: CHI NON DA, NON RICEVE".

Beh, non so dalle vostre parti, ma la mia coscienza cittadina mi dice che il cuore del ragionamento non è proprio del tutto pulito....



venerdì 2 settembre 2011

Spirito di osservazione

Lo spirito di osservazione è una qualità molto sviluppata nell'abitante di Macondo.
Tempo fa la mia vicina mi ha redarguito perchè non mi ero accorta che il giorno prima suo marito era stato portato in ospedale. "Ma  come", mi ha detto, "non ti sei accorta che non gira più nell'orto e intorno a casa?!?".
No, a dire il vero, non mi accorgo mai di niente.
Se passo davanti a una finestra quasi non guardo fuori e, lo ammetto, se vedo delle persone al di là del vetro, distolgo lo sguardo.
Purtroppo credo che questa sia una delle eredità del mio essere cresciuta in una grande città, innestata su una pervicace timidezza e su una non comune capacità di farmi i cosi miei.
Però credo che queste caratteristiche non mi porteranno lontano a Macondo.
Invece credo che lo "spirito di osservazione" sia una qualità e come tale vada coltivata.
B.P. ne parlava molto bene sia quando trattava del vivere a contatto con la natura, sia quando si trattava di scovare pericolosi malviventi.
In fondo anche in tivvù tutti i giorni ci insegnano che un capello ritrovato sotto un tappeto può fare miracoli. Ergo: pulire sempre bene sotto i tappeti e affinare i sensi...

PS del "come riportare le notizie" intuite tramite lo spirito di osservazione, parleremo in un altro post.

domenica 28 agosto 2011

Credi nei folletti? Il mito dell'ecovillaggio.

Tra qualche giorno ci troveremo insieme a qualche amico della zona (perlopiù persone fuggite dalla città) per discutere sulla possibilità di dare vita a un "ecovillaggio".
Devo dire che sono un po' agitata per questo incontro.
Primo perchè il termine ECOVILLAGGIO (il suo significato) è stato un po' troppo mitizzato ultimamente, secondo perchè il gruppo di "scoppiati" che siamo (definizione non mia) non promette bene quanto a "comunicazione ecologica".
Vedremo.

Intanto continiuamo a sperare in un mondo migliore...

sabato 27 agosto 2011

Dialoghi da negozio

Due persone in negozio.
Un uomo e una donna di una certa età.
Oriundi.

"... e comunque se pagano 1000 - 2000 euro per il viaggio in mare,
vuol dire che tanto male al loro paese non stanno, no?"
"E allora i libici che volevano invadere Lampedusa apposta?"
"Ma non si può che gli altri paesi bloccano le navi a venti chilometri dalla costa e noi invece facciamo sbarcare proprio tutti!!!!"

Non so se mi fa più specie il contenuto degli stereotipi o l'incapacità (diffusa) di collegare almeno con un qualche senso logico le banalità fra loro.