venerdì 21 ottobre 2011

Cionski bit

Addio glorioso energico gatto.
Ventidue anni sono stati troppi anche per te...
Ti ricordi quando inseguivi sicura i piccioni sul davanzale?
...e poi cadevi precipitandoti dal quarto piano sulla via
e i passanti attoniti impietrivano all'idea di una strada dove piovono gatti?
Ti ricordi che non ti sei fatta neanche un graffio allora,
tu che di graffi riempivi chiunque non fosse me.
E quando assalivi agguato dopo agguato i polpacci della nonna
che perciò non ti aveva troppo in simpatia.
E quando terrorizzavi chiunque veniva malauguratamente assoldato per riempirti la ciotola di cibo.
Eri il terrore dei sette mari, dei sette colli, dei sette piani del condominio.
Eppure così piccina e fragile,
amavi sempre stare al calduccio confortevole delle quattro mura di casa.
Hai visto tanti appartamenti in città
e hai fatto in tempo anche a vedere gli spazi sconfinati della campagna,
ma mai oltre il portico di casa, mi raccomando!

Addio compagna di mille avventure
il tuo pelo bianco baluginerà ancora per molto
in un angolino del mio campo visivo
come sempre mi succedeva quando per caso ero lontana da te.

mercoledì 19 ottobre 2011

Odore d'autunno



Finalmente stamattina all'apertura del negozio l'ho sentito.
Generalmente si dice che è in primavera che la natura "esplode" perchè si risveglia: c'è un'esplosione di colori, un'esplosione di profumi e bla bla bla.
Io credo però che il bosco dia davvero il meglio di sè in una brumosa giornata d'autunno.
Questa è una delle cose di cui in città è assolutamente impossibile accorgersi: l'odore del bosco in autunno.
Funghi, muschio, terriccio buono e ...pelo di cinghiale bagnato!
Un mix irresistibile. Se producessero un deodorante con questo profumo lo comprerei in quantità industriali per poterlo usare tutto l'anno.
Purtroppo l'autunno qui è arrivato con gran ritardo. Mentre i turisti "cittadini" gioivano del bel tempo infinito e si sperticavano in complimenti (ma...A CHI???) per il caldo irreale che c'è stato fino all'altro ieri, i coltivatori consumavano il triplo di gasolio per seminare i campi, le castagne che si trovano sono tutte già secche e i funghi non sono quasi neanche nati.
In compenso le zucche sono buonissime, perchè ha piovuto il giusto a luglio e questo ultimo sole le ha fatte ingrandire e colorire al punto giusto.

Almeno quello.

domenica 16 ottobre 2011

Good job, mister Berlusconi!

Non vorrei aggiungere niente a quello (tanto) che è gia stato scritto sulle manifestazioni degli Indignati ieri a Roma, ma qualcosina dal mio osservatorio nell'Italia di mezzo appare qua e là e non posso tacerla (non ci riesco).
Sono, come sempre, commenti, atteggiamenti e allusioni della "gente di mezzo" che qui più che altrove mi appaiono lampanti come paradigma dell'intera nazione.
Un commento in negozio dal mitico signor Pino, arzillo ottantenne : "sono tutti degli sporchi comunisti ... fossi stato io al governo avrei preso la mitraglietta e li avrei falciati tutti!".
Mia madre, così dice, non ha dormito tutta la scorsa notte nel timore dell'imminente fine del mondo.
Ah, la paura!!! ...che magnifica, splendida arma!!!

Per qualche approfondimento in più rimando a Ilcomizietto che a sua volta raccoglie commenti salaci nel web.
E concordo pienamente con lui: "non hanno usato la fantasia".

mercoledì 12 ottobre 2011

Non c'è più religione


Ci siamo presi una settimana di riposo. Abbiamo chiuso bottega, come si suol dire.
Così abbiamo scampato ci è sfuggito il cinquantesimo anniversario di matrimonio dei nostri vicini (nonchè proprietari di casa).
Nessuno ci ha avvertito di nulla, ma siccome in negozio prima o poi le cose e gli avvenimenti si vengono a scoprire, saputolo mi sono profusa in congratulazioni con la signora.
All'inizio ha accettato di buon grado i complimenti, ma poi mi ha fatto chiaramente capire che non era il caso di fare tante scene per qualcosa che per la sua generazione rientra nella norma.
Sono i giovani d'oggi, dice, che si sposano già annunciando "tanto se non funziona, posso divorziare", stanno insieme due anni, poi si lasciano, poi si risposano come vogliono.
"Cosa credi", dice, "che non ho mai avuto voglia di mandarlo a quel paese delle volte mio marito?".
"Poi pensavo e mi domandavo: - ma dove posso andare così, da sola?-, e allora mi rimangiavo le cose e si andava avanti".
Allora, durante il suo monologo, il mio diventa un pensiero di ringraziamento perchè molte donne oggi possono contare su alternative valide: hanno un lavoro indipendente, una consapevolezza diversa delle proprie capacità, altri posti dove andare e la voce per ribellarsi.
Grazie, penso, perchè queste conquiste hanno potuto far sì che noi crescessimo come uomini e donne liberi e laicamente liberati.
Alla fine del discorso chiosa stentorea: "...il fatto è che non c'è più religione".
Allora scoppio a ridere, perchè questa è la frase che diciamo sempre io e mio marito (insieme a "non ci sono più le mezze stagioni") per rimarcare un discorso pieno di luoghi comuni. Questa la sequenza: ci guardiamo di sottecchi, dichiariamo che non c'è più religione e scoppiamo a ridere.
Invece la signora mi sta guardando come dire: "mbè? cosa c'è da ridere?".
Sono allibita, il mio sorriso si spegne, mi guardo annuire, in mancanza di meglio, come se ci credessi anch'io....


P.S. Ricchi premi e cotillons a chi individua tutti i "luoghi comuni" contenuti nel post.

domenica 2 ottobre 2011

La bottegaia con la scopa


"Ha sempre la scopa in mano, eh?!?", mi apostrofa la signora Alma mentre sale le scale puntuale (8.02 non un minuto di più).
E con ciò intende dire: "brava bottegaia, che pulisci le scale, suppongo che tu sia pulita anche dentro (dentro il negozio, dentro la tua casa, ... anche nel pane), brava che lo dimostri facendoti vedere con l'arcaico strumento di pulizia fra le mani".
La signora si dimostra molto soddisfatta di me e io rifletto molto intensamente sull'origine (per me bizzarra) di tanto gaudio.
La scopa, prima che mezzo per nettare, in posti come questi è simbolo, archetipo, raffigurazione dell'io.
Se dovessi scegliere, per pulire a fondo le scale non userei mai la scopa. Magari l'aspirapolvere, lo spazzolone, magari con un bel po' d'acqua calda.
Infatti sono una cittadina.
Da queste parti vedere qualcuno (che poi è sempre una donna) con la scopa in mano è RASSICURANTE, riordina il caos interno provocato da questo fragile mondo dove il giovane se ne va in città e il paese si svuota sempre più, è un baluardo contro l'horror vacui di questa gente.
Non importa se la scopa, invece che pulire solleva polvere (questo ce lo hanno insegnato al corso per "somministrazione alimenti e bevande": produce spore molto dannose, soprattutto se la polvere malauguratamente si attacca ai cibi).
La scopa è lo scettro, il bastone del (poco) comando di una donna che è "regina della casa"  in una cultura profondamente patriarcale. Le streghe ci volavano via su questa scopa (quante donne le invidiavano per questo!).
Per non parlare poi del doppio senso italiano insito nel termine (i primi mesi in cui facevo la bottegaia, per spronarmi a "pulire", la padrona di casa mi chiedeva maliziosa, quando c'era un po' di gente in negozio,: "ma non ti piace proprio scopare?").

Poi ho capito il senso del rito che sta tutto nel farsi VEDERE con la scopa in mano e allora, alla mattina quando apro, vado un po' su e giù per le scale davanti al negozio.