giovedì 7 giugno 2012

Dell'arte della negoziazione. [AVVERTENZA: post depresso]




Stiamo uscendo (speriamo) da un periodo piuttosto periglioso.
In effetti si cerca un altro lavoro. In un momento in cui non è semplicissimo trovarne uno.
Un negozietto sperduto sui monti, anche per noi che abbiamo zero pretese, è al limite della sopravvivenza, purtroppo.
Per giunta la cosa che più mi fa andare in bestia è che non riusciamo a fare niente altro che questo.
Dov'è il mio orto?
Dove sono i miei gatti, cani, galline, asini?
Dov'è il tetto della mia casa?
La compostiera?

La fine del tunnel (forse) la vediamo dopo un'estenuante trattativa con i proprietari del negozio per un abbassamento dell'attuale affitto.
Forse ce l'abbiamo fatta.
Forse un giorno, fra una decina d'anni, ricorderò questo "balletto" mefitico con una nota più ironica.
Adesso mi viene solo da vomitare.

Magari voi siete esperti negoziatori e trattare sul prezzo lo trovate divertente.
Io, purtroppo, preferirei morire di fame piuttosto che trattare sul prezzo di qualsiasi cosa.
Per fortuna mio marito è fatto di un'altra pasta ed è un esperto della tecnica "della goccia cinese" (cioè quella pratica sfrantumapalle per cui "chi la dura la vince"). Meno male.
Eppoi quassù chi tratta, generalmente, è il maschio della specie. La donna in casa a stirare le camicie (quando le va bene).
Così probabilmente avremo il tanto agognato ribasso.
Il motivo vero non è che ci vogliono bene e quindi ci vengono incontro; è che i proprietari sono talmente condizionati da "quello che dice la gente"  che la chiusura di questo negozio provocherebbe un'immediata perdita del loro "prestigio" (è un contesto in cui sarebbe più corretto parlare di "rango e privilegio" come li descrive Arnold Mindell, oppure in sintesi Lucilla Borio).

Intanto, alla faccia dell'impatto ambientale, ci è toccato prendere un altro mezzo (d'epoca, così paghiamo meno di bollo e assicurazione). Cosa che ci consente di lavorare qui e vivere da un'altra parte (cioè nella nostra casetta, nel nostro terreno, possedendo tutti gli animali che vogliamo).

La nostra salute mentale ringrazia.