martedì 29 novembre 2011

Cioccolato plastico


Un ristorante della zona ha da poco cambiato gestione e i nuovi gestori hanno reso l'aria un po' più "frizzante".
Almeno per quanto ci riguarda.
Ci chiedono infatti ogni tanto dolci "speciali" per serate a tema.
Abbiamo fatto già per loro: una crostata di mele enorme a forma di provincia e una gigantesca crostata di frutta con scritta "classe 1941" a caratteri cubitali .

Venerdì prossimo hanno in programma una serata intitolata alla Vacca di "Razza di qui". C'è un produttore che conosciamo che fa dell'ottimo formaggio, alleva la suddetta vacca (e la macella, poveretta) ed è uno dei pochi che alleva e addestra buoi da tiro (ormai in disuso per via della moderna agricoltura).
Ivano (il gestore) mi ha chiesto una "torta come vuoi tu", ma con il disegno della suddetta mucca.

Io stanotte mi sono sognata la torta e sarà: dell'ottimo pan di spagna farcito con crema al mascarpone e cioccolato e "dipinta" con CIOCCOLATO PLASTICO!!!!

La ricetta del cioccolato plastico l'ho trovata su internet e mi ha esaltato subito.
Così oggi pomeriggio, tra un cliente e l'altro, ho fatto un po' di esperimenti ...
Sono risultate delle palline di pongo commestibile che userò per modellare le figure sulla torta.
(alla prossima puntata il risultato)

La ricetta:
100 gr. di cioccolato (bianco, se volete divertirvi con i coloranti alimentari)
1 cucchiaio raso di acqua naturale (con il colorante se...)
1 cucchiaio bello pieno di miele
zucchero a velo QB (ma ne occorre tanto in proporzione).

Fate sciogliere il cioccolato (a bagnomaria o microonde come siete abituati), aggiungete acqua e miele e mescolate vigorosamente.
Stendete l'impasto su un piano di marmo o carta forno per accelerarne il raffreddamento.
Aggiungete mano a mano lo zucchero filato finchè l'impasto non appiccica più (la stessa consistenza della pasta frolla per intenderci).
A quel punto fate una pallina da mettere in frigorifero.

Io sono arrivata a questo punto.
Intanto la pallina che ho messo per prima ha davvero assunto la consistenza del pongo!!!

Non vedo l'ora di fare il disegno sulla torta!!!!

Ah, ci si diverte come si può....


sabato 26 novembre 2011

Il mago di Esselunga

Non ci avevo mai pensato prima di essere "panettiera", devo confessarlo, ma stabilire i prezzi di ciò che vendiamo è un'impresa titanica.
Di tutto quello che produciamo ci sforziamo di stabilire un prezzo equo cercando di trovare un equilibrio rispetto alle spese che dobbiamo sostenere dal momento che non siamo proprietari e dobbiamo pagare l'affitto per l'attività, ma per tutti i prodotti che acquistiamo (dall'alimentare ai casalinghi: "di tutto un po'") siamo letteralmente "ostaggi" dei prezzi che stabiliscono i vari grossisti che abbiamo a portata di auto o che sono disposti a consegnarci la merce (alcuni infatti fin quassù non ci vengono!).

Da consumatori ci è sempre toccato stare attenti al centesimo e quindi capiamo benissimo le esigenze dei nostri clienti, cerchiamo perciò (soprattutto per il non alimentare) il prezzo più basso.
Sappiamo che nel campo alimentare per la maggior parte non è affatto indice di buona qualità e anche lì è una questione di equilibrio, ma cerchiamo di barcamenarci anche in questo.
E i "nostri" vecchietti tuttosommato apprezzano lo sforzo.

Ciononostante è una vera faticaccia girare come trottole tra un rivenditore e l'altro per capire dove spendere meno!

Durante queste peripezie, ricerche e complicati calcoli, ci siamo imbattuti nelle maglie della mefistofelica rete di Esselunga.
E' risaputo che i prezzi del satanico Caprotti sono imbattibili, ma non avrei mai pensato di dover comprare alcune cose lì per il negozio.
Alcuni prodotti, nonostante poi debba applicare comunque un ricarico, sono molto più convenienti che dal grossista. Sono allibita.
Cosa si cela dietro questo magico mistero? Certamente chi è più informato di me su cose come "consumo critico" sa dirmi che genere di lobby può generare una tale sperequazione.
Io un'idea abominevole me la sono fatta guardando il video promozionale che stanno distribuendo nei punti vendita in questo periodo:"Il mago di Esselunga. Un racconto di Giuseppe Tornatore".

Al di là dello stile e del tono che sembra una presa per il ... di tutto il sistema (ma sarebbe troppo autoironico e quindi penso che non lo sia), sono rimasta sconvolta dalla tracotanza con la quale si descrive l'Esselunga come il paese del Bengodi. Un'opulenza e un'ostentazione sovrumana di merci in quantità esagerate, mi hanno fatto venire il voltastomaco. Per non parlare di tutto il tempo in cui nel video i protagonisti vengono chiamati per nome da tutti i "servi della gleba" del supermercato (è risaputo che i dipendenti non sono trattati molto bene laggiù) per dare quell'aria da "negozio di paese" (appunto) dove tutti ti conoscono e conoscono i tuoi gusti. [STUPIDA ESSELUNGA, LASCIACI ALMENO QUESTO!]
E per tacere infine del fatto che il supermercato viene propinato come il miglior luogo per trovare l'amore della propria vita.

Non trovo modi per edulcorare il mio pensiero: chi fa un video del genere non ha sicuramente buone intenzioni...., ma io mi sento costretta a comprare da lui e sentirmi così non mi piace affatto.


domenica 20 novembre 2011

Redistribution or revolution



Il negozio è un luogo che stimola i comizi.
I migliori (che più incontrano il mio gusto) sono quelli del Gianni, detto Valpreda.
In paese, in questi paesi, si sa, ognuno ha un soprannome che lo caratterizza "nell'intimo". Spesso non piace alla persona perchè punge sempre sul vivo (come a Gianni non piace il suo).
Non so esattamente perchè gli abbiano assegnato l'etichetta di anarchico, ma immagino che in qualche modo sia inerente alle sue passioni politiche giovanili.
Oggi, domenica, eravamo solo lui e io in negozio, ma aveva voglia di pontificare ed è stato, come sempre, un piacere ascoltarlo.
Ce l'aveva con l'ulteriore aumento dell'IVA, con chi non vuole una tassa patrimoniale e con chi rivoterebbe il signor B. (in paese devono essere in molti).

Il Gianni mi ha trovato già "carica", perchè avevo appena letto il commento di Saviano alla protesta di Zuccotti Park e, sì, devo ammetterlo, ho versato qualche lacrima, mi sono commossa.
In più ho visto la foto di una "mia" ex Coccinella (ebbene sì, in gioventù, guidavo piccoli Boy Scout), che ora abita a New York, che con la sua bambina di pochi mesi si trovava là, insieme a Saviano.

Da qui sembra tutto davvero davvero molto lontano. Mi spiace soprattutto non poter essere nel vivo delle rivoluzioni che sono in corso. Però "esserci" equivale anche a  un impegno quotidiano che non è riportabile o quantificabile dai media.

"Esserci" è la nostra piccola filosofia di vita (sobrietà, riuso, curiosità, critica costruttiva, manualità,...ecc. ecc.) che impegna giorno dopo giorno.

giovedì 17 novembre 2011

Catastrofisti unitevi

Sarà stata una decina di anni fa quando ho visto per la prima volta Grillo telefonare con Skype (di cui non conoscevo l'esistenza) all'interno di un suo spettacolo.
La cosa buffa è che mi sono detta: "non è possibile" e "è tutto falso".

Oggi ho parlato da questo posto italiano e sperduto a due miei cari amici che stanno in un posto brasiliano e sperduto (Santana, vicino a Macapà, alla foce del Rio delle Amazzoni).
Sempre tramite Skype mi è anche capitato di chattare contemporaneamente con un amica che lavora a Oslo e un collega (del lavoro precedente) che si trovava in Mozambico per un'operazione umanitaria.

Embè?!?, direte voi.

Beh, io ancora mi stupisco e meraviglio per questa tecnologia che ci unisce all'istante a persone care così lontane. Mi sembra un gran regalo che a così poco "prezzo" si riescano a mantenere amicizie e ad avere notizie in "tempo reale".
Sono una fan accanita del "tempo reale".

Eppure, contemporaneamente, tengo sul comodino "Manuale di sopravvivenza alla fine del petrolio. Riflessioni, consigli e ricette per fare a meno dell'oro nero" di Albert K. Bates (edizioni AAM Terra Nuova, pag. 230).
Lo leggo con parsimonia perchè devo ammettere che il catastrofismo un po' mi deprime, però ci sono delle ottime ricette (come fare il tofu in casa per esempio) e ottimi consigli sul "fai da te" e il risparmio energetico.
Però non penso che internet come lo conosciamo adesso sopravviverà alla "catastrofe".

A questo punto il dilemma interiore: come posso arrivare a un compromesso con me stessa se da un lato sto diventando web-dipendente e dall'altro mi prende vaghezza per la catastrofe?

Meno "negozio" e più "terra".
Meno pane e più fagioli.
Magari!!!

giovedì 10 novembre 2011

Genitori? - cap. 2

Ieri siamo andati al 16esimo incontro preadottivo.
All'inizio era divertente.
Ora ci sembra perfino di aver perso di vista l'obiettivo.
Della relazione sui nostri "limiti e risorse come genitori" che dovrebbe andare al giudice che stabilirà poi la nostra idoneità all'adozione, ancora nessuna traccia.
Dovrebbe essere scritta entro il quarto mese dalla presentazione dei documenti di richiesta al tribunale eppure noi siamo alla fine del quinto mese di incontri.
Dirò una banalità: "la psicologa ce l'ha con noi!" :-)
Sicuramente pensa che siamo hippy dell'ultima ora, con una gigantesca sindrome di Peter Pan, vegetariani incalliti che porteranno alla denutrizione il povero bimbo (ndr: mangiamo bistecche di ogni tipo, tanto per la cronaca, e glielo abbiamo pure detto) e che gli impiastricceranno i capelli di rosso d'uovo pur di non usare sciampi delle multinazionali imperialiste.
Tutto questo perchè la signora in questione non si riesce a spiegare come e perchè abbiamo deciso di vivere in un posto così sperduto e dimenticato dall'uomo come la nostra attuale residenza.
A questo punto penso che la sua stupidità sia superiore soltanto all'entità del pregiudizio che si è costruita su di noi.

Che dire: HASTA LA VICTORIA!

sabato 5 novembre 2011

Il miglioratore. Questo sconosciuto.


 A seguito delle polemiche sorte in tivvù sull'uso del miglioratore nella panificazione, per maggiore chiarezza nei confronti dei nostri clienti, abbiamo scritto una piccola spiegazione del nostro punto di vista a riguardo e l'abbiamo messa in vetrina.
Chiaramente a noi piacerebbe fare il pane di farina di grano biologico e macinato a pietra e lievitato solo con pasta madre e senza l'aggiunta di niente altro che acqua, ma sappiamo che NESSUNO LO COMPREREBBE!!!!
Nessuno lo comprerebbe  perchè è un sapore al quale la maggior parte delle persone non è più abituata, perchè non tutti giorni sarebbe perfettamente lievitato e con la crosta croccante e la mollica sofficie.... insomma avrebbe tutte le imperfezioni che non siamo più abituati a tollerare.
Siamo molto tristi per questo.
Ai nostri amici consigliamo sempre di farsi il pane in casa... Sig!

IL MIGLIORATORE. QUESTO SCONOSCIUTO.
Nell’avvicinarci a questo lavoro, un universo a noi sconosciuto, abbiamo scoperto che esistono diversi tipi di miglioratori per panificazione che consentono di dare quella stabilità all’impasto per cui giorno dopo giorno (quasi!) trovate il pane lievitato e con la crosta ben formata e la mollica della medesima consistenza.
Abbiamo imparato che ce ne sono anche alcuni che hanno la funzione di far durare il pane più a lungo e prevenire le muffe che si possono sviluppare il giorno dopo in caso di troppa umidità ambientale, ma abbiamo deciso di non usarli.

Gli ingredienti  del nostro miglioratore (in ordine decrescente di quantità) sono:  farina di grano tenero di tipo “0”,  farina di grano tenero maltato, Alfa Amilasi (che è un enzima che aumenta la digeribilità del pane  e  funge da lievitante ) e acido ascorbico.
Noi mettiamo il miglioratore nella misura dello 0,5 % sulla quantità generale dell’impasto preparato.

A quanto ci risulta, il miglioratore è un ingrediente utilizzato nella panificazione da circa una trentina d’anni, forse più, ed è stato sviluppato dalle aziende di prodotti per la panificazione per rispondere a un mercato esigente  in fatto di “bellezza” e “alta performance” del prodotto comprato.
Probabilmente anche il progressivo impoverimento (in termini di enzimi e nutrienti) delle farine ha giocato un ruolo importante nell’introduzione di questo composto.
Il processo adottato attualmente dai mulini che macinano grano tende alla separazione delle componenti del chicco (germe, crusca, endosperma) e ne viene purtroppo persa la maggior parte delle componenti nutritive.
Per far sì che si mantengano tutte le proprietà bisognerebbe macinare a pietra grano biologico e non separare  le sue parti, ottenendo quindi una farina completamente e “veramente” integrale (mentre oggi, quando mangiamo del pane definito “integrale” siamo abituati a un sapore più blando).


giovedì 3 novembre 2011

Perchè ce l'hanno tutti con me?

Insieme alle fatiche psicologiche che l'avvicinarsi dell'inverno porta con sè (ebbene sì, sono metereopatica), inevitabilmente sorgono numerose le considerazioni sulla razza umana sviluppate nel mio personale osservatorio dietro il bancone.
In particolare in questi giorni sono stata investita da ondate emozionali, simili nella portata e nelle caratteristiche, che identifico come RISENTIMENTO.
Da qui sembra proprio che il mio piccolo mondo ne sia pieno. Diversi clienti che si affacciano alla nostra porta esprimono le loro opinioni con un astio e una rabbia che ricondurrei a questo particolare sentimento.
Su Wikipedia ho trovato una bellissima definizione/spiegazione della cosa: "il risentimento (o rancore) è un'emozione data da un misto di rabbia e desiderio di rivalsa, protratto nel tempo, che si prova come conseguenza di un torto subito, sia esso reale o immaginario".
E sul perchè questa emozione abbia un peso soprattutto sociale: "il risentimento riguarda simultaneamente le strutture e le relazioni nelle quali le persone sono ingaggiate. Nella società contemporanea l’eguaglianza proclamata sul piano dei valori contrasta con le disuguaglianze sul piano delle differenze di potere e di accesso alle risorse materiali. Questo divario genera una tensione sempre maggiore tra desideri egualitari, tra loro fittamente concorrenziali, e le disuguaglianze sociali strutturali crescenti. Gli attori sociali hanno ampie possibilità di scelta, ma sono tendenzialmente incapaci di promuovere le condizioni di uguaglianza di opportunità che sono necessarie alla loro concreta realizzazione. Un desiderio sempre più ambizioso e mimetico si scontra con una realtà competitiva e selettiva. Una conseguenza, è la diffusione del risentimento nella vita quotidiana".
Bellissimo.

Quando si ha una parola o un concetto chiaro in mente, vagare per il web è davvero un'esperienza emozionante. C'è di tutto e di più in rete.
Alla ricerca della definizione più consona alla mia esperienza di questi giorni sul risentimento ho trovato persino un esercizio per liberarsene (qui).
Provare per credere!!!!