sabato 26 novembre 2011

Il mago di Esselunga

Non ci avevo mai pensato prima di essere "panettiera", devo confessarlo, ma stabilire i prezzi di ciò che vendiamo è un'impresa titanica.
Di tutto quello che produciamo ci sforziamo di stabilire un prezzo equo cercando di trovare un equilibrio rispetto alle spese che dobbiamo sostenere dal momento che non siamo proprietari e dobbiamo pagare l'affitto per l'attività, ma per tutti i prodotti che acquistiamo (dall'alimentare ai casalinghi: "di tutto un po'") siamo letteralmente "ostaggi" dei prezzi che stabiliscono i vari grossisti che abbiamo a portata di auto o che sono disposti a consegnarci la merce (alcuni infatti fin quassù non ci vengono!).

Da consumatori ci è sempre toccato stare attenti al centesimo e quindi capiamo benissimo le esigenze dei nostri clienti, cerchiamo perciò (soprattutto per il non alimentare) il prezzo più basso.
Sappiamo che nel campo alimentare per la maggior parte non è affatto indice di buona qualità e anche lì è una questione di equilibrio, ma cerchiamo di barcamenarci anche in questo.
E i "nostri" vecchietti tuttosommato apprezzano lo sforzo.

Ciononostante è una vera faticaccia girare come trottole tra un rivenditore e l'altro per capire dove spendere meno!

Durante queste peripezie, ricerche e complicati calcoli, ci siamo imbattuti nelle maglie della mefistofelica rete di Esselunga.
E' risaputo che i prezzi del satanico Caprotti sono imbattibili, ma non avrei mai pensato di dover comprare alcune cose lì per il negozio.
Alcuni prodotti, nonostante poi debba applicare comunque un ricarico, sono molto più convenienti che dal grossista. Sono allibita.
Cosa si cela dietro questo magico mistero? Certamente chi è più informato di me su cose come "consumo critico" sa dirmi che genere di lobby può generare una tale sperequazione.
Io un'idea abominevole me la sono fatta guardando il video promozionale che stanno distribuendo nei punti vendita in questo periodo:"Il mago di Esselunga. Un racconto di Giuseppe Tornatore".

Al di là dello stile e del tono che sembra una presa per il ... di tutto il sistema (ma sarebbe troppo autoironico e quindi penso che non lo sia), sono rimasta sconvolta dalla tracotanza con la quale si descrive l'Esselunga come il paese del Bengodi. Un'opulenza e un'ostentazione sovrumana di merci in quantità esagerate, mi hanno fatto venire il voltastomaco. Per non parlare di tutto il tempo in cui nel video i protagonisti vengono chiamati per nome da tutti i "servi della gleba" del supermercato (è risaputo che i dipendenti non sono trattati molto bene laggiù) per dare quell'aria da "negozio di paese" (appunto) dove tutti ti conoscono e conoscono i tuoi gusti. [STUPIDA ESSELUNGA, LASCIACI ALMENO QUESTO!]
E per tacere infine del fatto che il supermercato viene propinato come il miglior luogo per trovare l'amore della propria vita.

Non trovo modi per edulcorare il mio pensiero: chi fa un video del genere non ha sicuramente buone intenzioni...., ma io mi sento costretta a comprare da lui e sentirmi così non mi piace affatto.


5 commenti:

  1. Pensateci: se voi poteste produrre al massimo 100 pani al giorno e aveste tutti i giorni qualcuno che ve li compra potreste guardare al futuro, ottimizzare la produzione e vendere a prezzi più bassi di quelli di oggi. Non è vero? Esselunga (come altri della grande distribuzione) ha prezzi bassi perché fa acquisti in grandi quantità e attraverso le gestione dei magazzini può avere un'idea precisa di quanto gli serve ogni giorno. Lo spreco è minimo e conosciuto in anticipo.

    Il negozio deve offrire quello che non offre Esselunga e cioè quel mondo che cerca di venderci con un dvd e che sa benissimo di non avere. Prova tu a fare un comizio alla cassa dell'esselunga!

    ilcomizietto

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  2. gli sprechi sono minimi??

    io lavoro in esselunga (in panetteria tra l'altro) e ti posso giurare che ogni giorno buttiamo via almeno 100 kg di pane! nel periodo di natale arriviamo anche a 300 kg al giorno! e ti sto parlando solo di pane, aggiungi le torte e i pasticcini non venduti ecc ecc! si esagera sempre con ordini e produzioni per voler dimostrare al cliente che c'è sempre tutto in qualsiasi momento lui voglia! è un'idea malsana questa!
    il cliente viene servito e riverito, mentre i dipendenti sono dei poveri pezzenti che devono dire sì a qualsiasi richiesta del caporeparto e dell'azienda! non esistono più festività e domeniche! a volte mi sembra quasi di essere in qualche forza speciale dell'esercito, di essere in missione... chiamate alle 5-6 del mattino perchè "il reparto è in emergenza, manca una persona e DEVI venire tu!" .
    questa è esselunga

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    1. Mamma mia!!! Molto peggio di come già immaginavo!!!
      Grazie per questa testimonianza.
      Hai tutta la mia solidarietà.

      W i panettieri indipendenti!

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  3. Anch'io lavoro nel reparto panetteria esselunga di Cremona e dopo aver letto quanto sopra posso comfermare che purtroppo e' tutto vero ogni sera in chiusura si buttano dai 150 ai 220 kg di pane, tante volte non ancora messo in vendita e ancora caldo perche' se manca anche solo una referenza di pane si inforna anche fino alle 19 consapevoli che verra' buttato. Il problema e' il timore che arrivi un ispettore senza avvisare anche a qualche minuto dalla chiusura .Quello che piu' ferisce le persone sensibili come me e' pensare che c'e' gente che soprattutto in questo periodo fruga nell'immondizia per mettere qualcosa nello stomaco e che molti direttori di negozio riprendono le cassiere perche' non hanno battuto la borsina alla collega che sta facendo spesa . Io mi domando se tutto cio' ha una logica ? per questo mi rivolgo a chi in esselunga come in altri posti ha potere .... CERCHIAMO CON GRANDE SFORZO DI CONTENERE GLI SPRECHI E DOVE NON SIA POSSIBILE AIUTIAMO CHI NON HA LA FORTUNA DI LAVORARE IN UN'AZIENDA COME ESSELUNGA CHE TUTTI I MESI CI GARANTISCE UNO STIPENDIO SICURO E QUINDI UNA VITA DIGNITOSA.

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  4. Mio figlio lavora in reparto panetteria in provincia di milano, confermo quanto già detto negli altri commenti, 200-300 kg direttamente nei sacchi dell'umido, i controlli sanitari sono fittizi, lui entra alle 6 ed esce alle 19, contratto con domeniche obbligatorie e un giorno libero la settimana, quotidiane vessazioni e carichi di lavoro disumani. Esselunga è sinonimo di qualità e convenienza, certo, ma anche di enorme spreco di cibo ed energia, distruggendo la vita dei giovani e vanificando qualsiasi speranza alle piccole attività della zona dove si trova la -vera- qualità.

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