sabato 15 dicembre 2012

Glory glory hallelujah!

 

 Devo ammetterlo, ho ancora, e forse ne avrò per sempre, delle serie difficoltà nella decodificazione dei messaggi, delle usanze e dei codici di comportamento di questo posto, di questa gente.
All'inizio mi dicevo: "sono a un'ora e mezza di strada dalla mia città natale; cosa ci può essere di tanto difficile da capire e per farsi capire qui?".
Invece ho scoperto che basta pochissimo e il misunderstanding è costantemente in agguato.
Probabilmente superare un fiume o alzarsi di quota equivale, dal punto di vista antropologico, a sconfinare in un altro universo.
Ora guardo se possibile con ancora più ammirazione tutti gli stranieri che con incredibili peripezie si stabiliscono in un luogo inevitabilmente ostile.

Stamane ci siamo svegliati (beh, mio marito stanotte alle 3; io un po' più tardi) con la GLORIA, in dialetto (ci abbiamo messo un po' a capirlo), che altro non è che la galaverna, un fenomeno atmosferico che, con un gioco al ribasso delle temperature, fa ghiacciare ogni superficie del paesaggio. 
Fili d'erba compresi.

E' bellissimo. Il panorama diventa magico anche se è un tantino difficile spostarsi con qualsiasi mezzo piedi compresi. 
Qui consigliano di infilare piedi e scarpe in un calzettone di lana per muoversi sulle lastre di ghiaccio. Effettivamente funziona.

Purtoppo in questo momento noi siamo costantemente bersagliati dal rumore di fondo dei proprietari del negozio che sono presi da angoscia incontenibile per qualsiasi cosa succeda (cambiamenti climatici compresi). E, siccome nell'era delle previsioni meteorologiche soverchianti, le cose si sanno con certezza almeno una settimana prima che succedano, è una settimana esatta che ci fanno i marron glacée per il fatto che sarebbe arrivata la Gloria.
Arriva la Gloria! Arriva la Gloria! 
"Ordinate la legna";
"avete ordinato la legna?";
"spostate i bancali";
"avete spostato i bancali?";
"comprate il sale";
"avete pronto il sale?";
"pulite i gradini";
"pulite il balcone";
"pulite il piazzale";
"avete pulito i gradini?";
"avete pulito il balcone?";
"avete pulito il piazzale?".
"Periremo di stenti fra atroci tormenti".    (adesso esagero ...)

Credo che l'amica Gloria sarebbe molto più simpatica se arrivasse meno attesa.

mercoledì 14 novembre 2012

Quando fa buio

 


Ieri sera, verso le 17, sono andata dalla mia vicina di casa.
Una signora deliziosa. La prima persona conosciuta appena arrivati qui.
Mentre sudavamo sette camicie nel costruire la nostra casa, ci offriva bibite fresche e parole di conforto.
Ora è decisamente un punto di riferimento.
Se si candidasse sindaco non esiteremmo a votare per lei.

Anche lei viene dalla grande città. Si è trasferita qui più di 20 anni fa con il marito.
E' il mio riferimento anche per i lavori a maglia, all'uncinetto e il ricamo, di cui è super esperta.
Ieri mi ha regalato dei bottoni con i quali posso completare il gilet a maglia che sto finendo per mio marito (prossima pubblicazione di foto per i curiosi).
E le ho restituito delle riviste che mi aveva prestato come riferimento per il berrettino e le scarpine che ho fatto per il nascituro Tommaso (anche qui seguiranno foto).
Oltretutto è molto liberatorio parlare con lei delle incomprensioni numerose e sempre nuove con gli autoctoni. Almeno mi sfogo un po'...

Appena mi ha visto si è preoccupata maternamente:
"sei venuta in macchina?"
"no"
"A PIEDI????"   - 5 minuti di sentiero (n.d.r.)
"stai attenta! hai il cellulare? oppure qualcosa che fa rumore? grida se hai bisogno quando ritorni a casa!!! Umberto (il marito), sai che è venuta a piedi da sola???".

In effetti quando fa buio scendono copiosi dai boschi sulle colline per cercare cibo, sono sempre un bel po' tutti insieme e imbattersi in loro non è piacevole..., ma io, intrepida, sfido la notte con la mia pila frontale in testa (anche se qualche corsettina, a volte, la faccio anch'io).

INDOVINATE CHI SONO????





giovedì 1 novembre 2012

I LOVE Pinterest

Doversi occupare di un negozio, in sè, non è un lavoro molto faticoso.

Mi spiego: è davvero faticosissimo stare dietro ai clienti, accontentarli e sorvolare su stranezze, scortesie e manie depresso-ossessivo-compulsive, ma, se si tralascia questo aspetto, una volta sistemati gli scaffali, fatte le pulizie, viste le fatture, sentiti i fornitori, fatte le torte e i dolcetti e finito di insacchettare i biscotti, se non entrano clienti, il tempo libero è abbondante.


Il fatto è che, purtroppo, bisogna stare in loco, almeno nei pressi.

Il che limita notevolmente la gamma delle attività che si possono fare.


In pratica ... ci si incolla al web.

Cioè Io mi incollo al web, lo confesso, seguendo e facendo una serie inenarrabile di min***ate.

Mi ha consolato (e spaventato contemporaneamente) un articolo uscito su Internazionale della scorsa settimana: "Internet ci rende pazzi? Tweet, post, chat, email. Tra smartphone e social network, trascorriamo online gran parte della nostra vita. Eppure studi recenti indicano che internet ci fa sentire soli e depressi. E potrebbe essere all’origine di alcuni disturbi psicologici", di Tony Dokoupil, Newsweek, Stati Uniti.

L'articolo spiega come "la rete sta creando un ambiente nuovo, uno stato di natura digitale in cui la mente diventa un pannello di controllo che funziona a un ritmo vorticoso" e come questa cosa crei dipendenza tanto che "il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm)" che "non ha mai previsto una categoria di
interazioni macchina-uomo (...) nel 2013 comprenderà per la prima volta il disordine da dipendenza da internet, anche se in un’appendice riservata ad argomenti che richiedono ulteriori studi".


Non so se sono già dipendente. Molto probabilmente sì. E se già conoscete un social network di nome Pinterest probabilmente sapete già di che genere di dipendenza maniacale sto parlando!


Pinterest funziona così: ogni utente ha un proprio profilo (tipo Facebook, per intenderci) in cui può inserire e dividere in categorie SOLO immagini (tipo Flickr, per intenderci). Gli utenti fra loro possono "rubarsi" queste immagini tramite il tasto "Pin it!". Come utente registrato puoi vedere le immagini di tutti gli altri utenti senza restrizioni navigando nel network, oppure seguire particolari utenti che ti interessano.


Faccio un esempio: ho bisogno di costruire un cancello nel mio giardino, cerco su Pinterest nella categoria "gardening" (o simili) e raccolgo tutte le immagini che trovo relative ai cancelli fatti a mano in legno come piacciono a me (e magari anche qualche utile spiegazione).

Intanto è trascorsa un'ora!


Per non parlare del "quilting", del "crochet", dello "knitting" e del "cooking".

Il mio profilo è pieno di coperte che non riuscirò mai a fare, cuori all'uncinetto che non imbastirò mai, ricette di cose che non posso mangiare.


Non so cosa ne pensa esattamente il DSM, ma credo che sulla dipendenza ci siamo.

mercoledì 24 ottobre 2012

Piantiamola

 
In ottobre si piantano le cose serie. Le piante di una certa importanza intendo.

Due anni fa abbiamo piantato 2 bignonie, 2 tigli, 2 salici, 2 peri, 2 meli, 2 susini, 3 ciliegi e 8 noccioli che si stanno comportando egregiamente (anche se i pochi frutti che fanno li lasciamo per il momento alle creature del bosco!).
In barba alle nostre cure che sono praticamente nulle.

Adesso ho piantato una rosa "Red Flame".
Una specie rampicante, pare molto vigorosa, che dovrebbe ricoprire lo sgabuzzino degli attrezzi che ora è una delle prime cose che si vedono arrivando alla casa.
E poi voglio fare un esperimento con la Veronica Hebe, per vedere se può essere una siepe che fa al caso nostro (sempreverde, contenuta, fioritura lunga).
Mi piace l'attesa e la scommessa che la pianta sarà in salute la prossima primavera (spero che la mia rosa diventi davvero come quella della foto...perchè per adesso si tratta di tre gambi spinosi in croce e due rachitiche fogliette).

Emanuele, a ragione, è invece impaziente di piantare qualcosa di commestibile, ma finchè non troviamo qualcuno che ci prepari il terreno a un prezzo ragionevole e finchè non avremo un recinto anticinghiali e caprioli, sarà difficile.
Magari in primavera?


domenica 26 agosto 2012

Follie d'agosto/7

 



La signora Braccobaldo prende una scatola di pelati dallo scaffale, poi la mette giù, ne prende un'altra poi la mette giù, un'altra ancora, poi la mette giù.
"MA LEI TIENE SOLO PELATI AL PEPERONCINO?????";
"guardi, signora, che sono normalissimi pelati".
Mi avvicino, seguendo il mio personale principio che sono sempre la prima a sbagliarmi in una discussione,  e leggo gli ingredienti: pomodori e conservanti. 
Poi mi accorgo che la pubblicità di un concorso in cui si vince un'automobile sulla scatola copre parzialmente un pomodoro perino in modo che, ad avere parecchia fantasia, potrebbe sembrare un peperoncino.
E infatti la signora Braccobaldo esclama piccata: "ma no, guardi la foto: si vede chiaramente che SONO AL PEPERONCINO!!!".

Alzo impercettibilmente il sopracciglio e, non sapendo più a che santo votarmi, mi appello al mantra del negoziante straziato: "altroooooo?!?!".




Follie d'agosto/6

 



Sulle scale del negozio è impossibile non notare una signora con la faccia da Braccobaldo, il fisico da Moby Dick e gli occhiali alla Jacqueline Kennedy, che urla: "...E MI RACCOMADO FAI GIUDIZIO, EH, FAI GIU-DI-ZI-O, NON FARMELO RIPETERE DUE VOLTE, POI FACCIAMO I CONTI".

Butto l'occhio oltre la vetrina e mi rendo conto che sta parlando al cagnolino in macchina, impietrito e impossibilitato dalla natura a capire la ragione di quelle urla.

Follie d'agosto/5

Ogni anno, nel periodo estivo, si ripresenta la temibile coppia di amiche ottuagenarie (alle volte sono le stesse persone, spesso la composizione della coppia cambia col tempo) che fanno le vacanze insieme.

Mi immagino che il sodalizio abbia luogo più o meno in questo modo: "dai, Pina, siamo tutte e due sole; i figli fanno le vacanze per conto loro con le loro famiglie; perchè non andiamo un po' in campagna insieme?".
Magari una delle due non è molto convinta (di solito è quella più "sottomessa"), ma il figlio argomenta: "ma dai, mamma, se sei in compagnia ti diverti di più ... e poi io mi sento più tranquillo!".
A quest'ultima frase la mamma non sa resistere e, tendenzialmente, capitola.

Si instaura quindi fra le due un temporaneo (e meno male!!!) rapporto sadomaso che dura per tutto il periodo della vacanza (generalmente il classico mese) e culmina in una bella litigata nel momento in cui "la sottomessa" non ne può più e manda a ca**re la compagna d'avventura.

Nel negozio questa difficile dinamica si esplica così:

dominatrice (fa sempre la spesa per prima scavalcando tutti quelli che incontra sulla sua strada senza pietà): "allora, ti muovi?, è il tuo turno!", (anche se spesso non è vero);

sottomessa (riflettendo, con fatica, per far uscire un bel congiuntivo): "Mi DIIIIIIIIIIII .... .... .... un pezzo di focaccia!";

[d'improvviso, un boato]
dominatrice: "L'HAI GIààà PRESA LA FOCACCCCIIIAAAA!!!";

sottomessa (un po' turbata e un po' assordata): "...ehm, ... già... ma allora cosa devo prendere?";

dominatrice (seccamente): "cosa ne so io di quello che mangi tu!";

....e così via....


Intanto io, tra me e me, prego di arrivare a una certa età senza amiche con cui andare in vacanza.







venerdì 24 agosto 2012

Follie d'agosto/4

Un signore, vedendo scritto in pennarello "VECCHIO" su uno scatolone di biscotti confezionati, chiede:
"ma questi sono tutti scaduti?".

[lo ammetto; la gag possono capirla davvero solo parenti e amici ...]

Follie d'agosto/3

ATTO PRIMO
Entra in negozio un giovinastro del luogo: "mi dareste la sponsorizzazione per i coscritti di Parapiglia (luogo inventato da me ovviamente)?"

Io: "ehm..., devo chiedere a mio marito ... puoi ripassare in un altro momento?"

ATTO SECONDO
Premesso che "devo chiedere a mio marito/devo chiedere a mia moglie" sono frasi fatte che io e mio marito, appunto, abbiamo concordato per prendere tempo in momenti di difficoltà - con fornitori molesti per esempio, o con clienti inopportuni; il dialogo seguente si svolge così:

moglie    "ma .... cosa diavolo saranno i coscritti?!?"
marito     "forse una specie di ritrovo di partigiani?"
moglie   "in negozio a battere cassa però è venuto un giovinastro... avrà avuto si e no 18 anni"
marito      "tu comunque non sganciare neanche 1 euro, mi raccomando"

ATTO TERZO
Giovinastro: "avete deciso se sponsorizzare i coscritti di Parapiglia oppure no?".

Io: "scusa la domanda, ma cosa sono i coscritti?".

Giovinastro (con la parlata alla "Scialla", ovviamente): "eh, cioè, una festa dove si festeggiano, cioè, no, bellalì, tutti quelli che compiono diciottanni, però che se anche hai un'altra età puoi partecipare, cioè, no...".

Io: "vanno bene 50 euro?".

Morale: in realtà questo stesso dialogo è avvenuto 3 estati fa, quando avevamo appena aperto il negozio, iniziato un lavoro di cui non sapevamo un accidente, in un posto a noi sconosciuto, in mezzo a mille difficoltà, con i proprietari che ci insultavano tutti i giorni (dichiarando invece che ci stavano aiutando) e i clienti che venivano a trovarci per vedere se eravamo omini verdi con le antenne o proprio degli stupidi cittadini che avevano fatto la più grande ca**ata della loro vita.
Io poi continuo a commuovermi per i giovinastri che compiono 18 anni in questo posto, poveretti, e continuo a sganciare gli euri ancora adesso (decisamente contro il parere del marì)


venerdì 10 agosto 2012

Follie di ferragosto/2

"Le torte salate sono cose più da cittadini. Noi quei pasticci li' non li mangiamo."

Follie di ferragosto/1

E' quasi ferragosto.
Il periodo in cui lavoriamo come matti.
Anche i frequentatori del negozio diventano più bizzarri del solito. Se ancora e' possibile...

Stamattina la signora Alma aspetta davanti alla porta del negozio dalle 8 meno cinque che io apra .

Fa la sua spesa e poi mi chiede:
- "questi che biscotti sono?"
- " sono bocconcini dolci con dentro i semi", faccio io;
- " eeehhhh????!!!"
- " se-mi", scandisco io, pensando che non abbia sentito.

Invece ripete (giuro):
-"SEMI? Cosa sono i SEMI?
- "quelle cose piccole piccole da cui crescono le piante", rispondo io con un sarcasmo esasperato e anche un po' bastardo.

La signora non fa un plissé, riflette un istante e poi esclama trasognata:
- "ma pensa!"

sabato 28 luglio 2012

Capreolus capreolus


Oggi invece abbiamo assistito a questo.
In pieno campo, sotto il sole e senza ritegno alcuno.
Ma vi pare possibile?

Ogni tanto però sono contenta di vivere direttamente in un documentario naturalistico!!!

Poesia svedese

Il tempo qui e' davvero bislacco questa estate.
Improvvise tempeste di vento, nuvole scure che lasciano cadere qualche goccia e poi spariscono, giornate fredde e calde alternate senza senso.

In compenso gli abituali paesaggi, già notevoli di loro, si trasformano in autentiche poesie.
Spesso ci manca la macchina fotografica per immortalare, ma qualche volta abbiamo fortuna e riusciamo a fermare l'attimo.

 L'altro giorno nel cielo di queste valli si e' fatto vedere un magnifico arcobaleno "a tutto tondo".
Siamo riusciti a fotografarlo, ma preferisco rimandarvi qui per una descrizione poetica dell'avvenimento.

Lo so, e' svedese, ma con il traduttore di google si può ovviare al fatto di non saperlo proprio parlare correntemente.
E poi si tratta della mia poetica amica svedese che abita da queste parti e cura le api che vivono sul nostro terreno.
Scusate se è poco!   ;-)

giovedì 19 luglio 2012

Mi brucia un po' lo stomaco

C'è qualcuno (come forse ho già scritto, ma ora non ricordo) che dice che il bello di questo posto è il posto.
In effetti, ci sono persone che fanno letteralmente uscire dai gangheri.
Con buona pace dei gangheri che non so cosa siano.

Però ci sono anche persone a loro modo straordinarie.
Alle quali mi piacerebbe assomigliare.
Se non altro per la scorza immortale che le riveste.

Entra il Mario, quello che abita sopra il Poggio, cioè sulla collinetta che sovrasta il negozio; quello che ha il nipote, mi pare, agli arresti domiciliari per spaccio (che qui è uno sport comune tra i giovinastri).
E' un uomo con un vocione, sempre allegro, impossibile da datare (sui settantacinque?).

E mi dice: "Sa, a volte, la distrazione. Oggi ero al mulino che facevo l'erba (una frazione del paese a tagliare il fieno, n.d.r.) e mi è venuta una gran sete.
Sotto l'albero avevo messo due belle bottiglie di ferrarelle.
Una con l'acqua e l'altra con la miscela per la tagliaerba.
Solo alla terza sorsata mi sono accorto che stavo bevendo benzina....
E mia moglie mi dice: ma non vai al pronto soccorso?
Ma a me brucia solo un po' lo stomaco.
Peccato che non riesco a mandare giù il vino!!!".

Come diceva mia nonna: "quello che non ammazza ingrassa".

giovedì 7 giugno 2012

Dell'arte della negoziazione. [AVVERTENZA: post depresso]




Stiamo uscendo (speriamo) da un periodo piuttosto periglioso.
In effetti si cerca un altro lavoro. In un momento in cui non è semplicissimo trovarne uno.
Un negozietto sperduto sui monti, anche per noi che abbiamo zero pretese, è al limite della sopravvivenza, purtroppo.
Per giunta la cosa che più mi fa andare in bestia è che non riusciamo a fare niente altro che questo.
Dov'è il mio orto?
Dove sono i miei gatti, cani, galline, asini?
Dov'è il tetto della mia casa?
La compostiera?

La fine del tunnel (forse) la vediamo dopo un'estenuante trattativa con i proprietari del negozio per un abbassamento dell'attuale affitto.
Forse ce l'abbiamo fatta.
Forse un giorno, fra una decina d'anni, ricorderò questo "balletto" mefitico con una nota più ironica.
Adesso mi viene solo da vomitare.

Magari voi siete esperti negoziatori e trattare sul prezzo lo trovate divertente.
Io, purtroppo, preferirei morire di fame piuttosto che trattare sul prezzo di qualsiasi cosa.
Per fortuna mio marito è fatto di un'altra pasta ed è un esperto della tecnica "della goccia cinese" (cioè quella pratica sfrantumapalle per cui "chi la dura la vince"). Meno male.
Eppoi quassù chi tratta, generalmente, è il maschio della specie. La donna in casa a stirare le camicie (quando le va bene).
Così probabilmente avremo il tanto agognato ribasso.
Il motivo vero non è che ci vogliono bene e quindi ci vengono incontro; è che i proprietari sono talmente condizionati da "quello che dice la gente"  che la chiusura di questo negozio provocherebbe un'immediata perdita del loro "prestigio" (è un contesto in cui sarebbe più corretto parlare di "rango e privilegio" come li descrive Arnold Mindell, oppure in sintesi Lucilla Borio).

Intanto, alla faccia dell'impatto ambientale, ci è toccato prendere un altro mezzo (d'epoca, così paghiamo meno di bollo e assicurazione). Cosa che ci consente di lavorare qui e vivere da un'altra parte (cioè nella nostra casetta, nel nostro terreno, possedendo tutti gli animali che vogliamo).

La nostra salute mentale ringrazia.


giovedì 26 aprile 2012

Panetteditor

 
"Vorrei che tutti leggessero, 
non per diventare letterati o poeti, 
                                                    ma perché nessuno sia più schiavo."
 Gianni Rodari


Sono molto grata al mio amico Luigi (o come si definisce lui: "il compagno di Paola") di avermi passato il suo primo romanzo da leggere. Prima della publicazione, intendo.
Mi piace leggere. Effettivamente, ripensando a quel che dice Rodari, mi da una strana sensazione di libertà.
Combatte le ansie, le stanchezze e i nervosismi più di un bagno caldo.
Quasi alla pari con una passeggiata nel bosco, che, però, nelle condizioni in cui sono adesso non riesco praticamente mai a fare.
E allora perchè mi sono trasferita??? - mi chiedo -

Pazienza. Ci sarà un momento per tutto.
Anche per l'orto sinergico e il pane fatto in casa.
Altro che panetteria.

Intanto mi calo nel nuovo ruolo di "panetteditor".
Non suona male. Potrebbe essere un'ottima definizione per Linkedin o per Facebook, proprio volendo far sapere al mondo chi ti credi di essere.

Intanto sono a pagina 30. Il romanzo acchiappa. Mi piace già la citazione di Shining versione fantascientifica.
Forse perchè mi piace la fantascienza.
Faccio un po' fatica a leggere a computer, ma a stampare consumerei troppa carta e inchiostro.
Lo so, sono già antiquata.
Il comizietto mi insegna che ci sono cose nuove che aiutano a leggere i libri. Ma poi non so se questo in formato word, si può leggere come ebook.

Che mondo complicato!
Mi piacerebbe condividere queste impressioni (anche banalissime) con i clienti, tipo:
io - "sa, sto leggendo il tal libro, mi piace soprattutto quando il protagonista finisce per fare la scelta decisiva alla fine del quinto capitolo";
cliente x - "anche a me è piaciuto quel passaggio, ma ho preferito di gran lunga i primo romanzo dello stesso autore".
... Ma forse avrei dovuto aprire una libreria e non una panetteria.

Oppure alla mia tenera età evidentemente devo ancora imparare a rassegnarmi al fatto che le persone con cui condividi passioni e discorsi sono un numero esiguo rispetto all'umanità che ti gravita intorno.

O è solo che ci sono momenti in cui questo numero esiguo non mi soddisfa.

Ma non è che sono in un periodo di ripensamenti?

No. Mi piace così.

Solo che mi manca il gatto e l'orto sinergico.
Ma ci stiamo lavorando.