venerdì 30 settembre 2011

Genitori?


Mi sembrava un'impresa titanica, ma anche da quassù è possibile seguire un percorso per adottare un bambino.
Certo è che bisogna essere pronti (come la maggior parte delle cose che si fanno qui)  a una avventura "on the road" nel senso letterale. Per raggiungere i luoghi dove ci si informa, si incontra, si presentano documenti, occorre macinare chilometri in automobile.
Alla faccia della "sostenibilità" che volevamo ottenere abitando qui.
 
Essendo connessi a internet molte informazioni possono essere prese dal web, ma bisogna fare attenzione (come sempre) alle informazioni datate che tuttora si trovano: alcuni siti (anche istituzionali!!!) contengono moduli, liste di documenti e altro che non occorrono più. Lo abbiamo scoperto a nostre spese (e chilometri).
Comunque anche quando si imbrocca la strada giusta il percorso è lungo (lo dicono tutti) e periglioso.
Noi siamo all'inizio, ma per il momento ci riteniamo fortunati: abbiamo incontrato delle belle persone e delle brave professioniste (tutte donne ...) che ci hanno fatto sentire a nostro agio e ci stanno aiutando a riflettere sulle nostre "buone intenzioni".

Finora i passi sono stati questi:
  • la presentazione al tribunale di competenza della nostra domanda di adozione nazionale e internazionale;
  • un corso formativo/informativo di tre incontri da 4 ore con altre coppie di adottandi tenuto da una psicologa e una assistente sociale sul passaggio da "come desideriamo tanto avere un bambino" a "c'è un bambino là fuori che ha già avuto tutto il peggio dalla vita e si merita di incontrare qualcuno che può dargli solo il meglio";
  • alcuni incontri (già sei!) con un'altra coppia psicologa/assistente sociale che ci seguiranno durante tutto il percorso (sia che si tratti di adozione nazionale, sia che si tratti di internazionale).





lunedì 26 settembre 2011

Andare a ritroso nella favola dei tre porcellini.

Vi ricordate di Timmy, Tommy e Jimmy che, in un accesso di solipsismo, si costruivano una casa ognun per sè? Poi il lupo arrivava e si faceva un baffo della capanna di paglia, una risata su quella di legno e, invece, rosicava per quella di mattoni?
Ecco.
Io voglio, fortissimamente voglio costrurmi una casa di paglia.
Invece arrivo dalla grande città dove ho sempre vissuto in un appartamento di mattoni e cemento e qui mi sono costruita una casa di legno.
E' molto bello autocostruirsi la casa. E' una bella fatica fisica dal significato fortemente simbolico.
Ma la vorrei tanto di paglia...
Magari mi sto intestardendo inutilmente su qualche cosa che ora non è strettamente  indispensabile (abbiamo già la casa di legno e in più l'appartamento annesso al negozio/forno), ma è forse più un "intorno" che mi manca: un progetto corale di sostenibilità e fusione con la natura e il paesaggio di qui, un movimento di pensieri e azioni (ah, il famigerato ecovillaggio!!!).
Intanto mi consolo nel web leggendo di alcune belle inziative italiane in sintonia con questi miei pensieri sparsi.
A Pescomaggiore, per esempio, un bel borgo abbandonato vicino l'Aquila, danneggiato dallo scorso terremoto, un gruppo di volonterosi abitanti sta "rivitalizzando" il territorio con diverse azioni.
Case in balle di paglia comprese.

lunedì 19 settembre 2011

Un minuto di silenzio

Il mio pensiero va oggi a tutte le bestiole in fuga a causa dei cacciatori.
Correte!!!

venerdì 16 settembre 2011

Il bello della sintassi

Oggi ho sentito dire:
"Adesso la gente non ce n'è più uno onesto".

A discolpa dell'oratore ammetto che stavo origliando da una finestra aperta e forse mi è sfuggito il contesto del discorso.
Sul contenuto non obbietto.
Soprattutto conoscendo chi parlava.

mercoledì 14 settembre 2011

Ecovillaggio o egovillaggio?

Come precedentemente annunciato, ci siamo trovati a discutere di un possibile futuro comunitario.

Abbiamo coinvolto una decina di persone variamente interessate alla cosa e tutte (più o meno) residenti nella zona.
All'appuntamento si è presentato solo Marco ed è stata una serata meravigliosa.
Nel tiepido tramonto dell'ennesima bella giornata che ci sta regalando questo strano settembre, ci siamo seduti intorno al tavolo sotto il portico della nostra piccola casa di legno con un bicchiere di vino (e le tre torte salate che avevo preparato per dieci persone) e ci siamo lasciati andare ai nostri sogni.
Era molto tempo che non discutevo così profondamente con qualcuno che non fosse mio marito di progetti per il futuro.
Gli argomenti si sono mischiati e dipanati con naturalezza: microeconomia, mutualità, autosussistenza, decrescita felice, vita in comune, visione comune, genius loci....
Intanto dalla collina di fronte spuntava una tonda enorme luna piena e le lanterne di carta erano più che sufficienti a combattere con noi la notte che avanzava.
Le parole sono importanti, ma di questi tempi vengono davvero svalutate da un uso eccessivo e inappropriato.
Deep walking (camminata consapevole), ecovillaggio, cohousing, costellazioni familiari, ecopsicologia .... per citare solo alcuni di quei termini che ci hanno fatto ridere di più nel corso della serata.
Eppure non è difficile capire e capirsi quando si scoprono esperienze comuni anche fatte in tempi differenti.

Non so come andrà a finire questa storia, non so se riusciremo davvero a costruire qualcosa insieme, ma spero che i nostri passi leggeri ci portino dove desideriamo. Nonostante tutto.

"Più lenti, più dolci, più profondi" (A. Langer)

martedì 13 settembre 2011

Ma guarda qui cosa ti combinano gli islandesi ....
Delusa e frustrata da come viene derisa e stravolta la "partecipazione" in Italia, dopo 15 anni di onorata professione nel campo, mi rifugio a vendere pagnotte e ti scopro che la partecipazione non è ancora morta.
Sia ben chiaro: nessun rimpianto.

Solo uno strano desiderio di rinascere in Islanda.

mercoledì 7 settembre 2011

"Chi non da, non riceve"

La casa in cui abitiamo (che poi è il retro del negozio) è piuttosto vecchiotta. Sotto l'appartamento c'è il forno.
Da qualche giorno ha cominciato a gocciolare acqua sull'impasto del pane e si presume che sia una perdita in bagno. Il pane ha assunto una fragranza tutta particolare...
Abbiamo scoperto che il furbastro proprietario del'immobile ci ha gabbato nel contratto con una clausola che va in deroga alla comune regola in cui i guasti dell'appartamento vengono riparati e pagati da lui.
Siamo un po' preoccupati, ma tanto i soldi non li abbiamo...
Per "incentivarci" a fare i lavori ci ha spronato a chiamare l'assicurazione che abbiamo fatto (su sua forte pressione) riguardo ai danni possibili per la nostra attività (incendio, ecc. ecc.), dicendoci: "guardate che poi l'assicurazione vi ripaga tutto, perchè l'assicuratore lo conosco da quando era piccolo!!!!".
Purtroppo la polizza, come è prevedibile per quanto ci riguarda, copre solo i danni subiti dalla merce o dal nostro lavoro.... non i lavori di ristrutturazione del bagno, nè tantomeno del forno (di cui non siamo proprietari).
Dopo aver a lungo consultato il suo "amico" dell'assicurazione, oggi finalmente ci propone di pagare lui i lavori (sarà vero?) perchè, ovviamente, il rimborso spetta a lui.
"Perchè dovete capire", dice, "che qui non è come in città. Voi non sapete proprio niente di come funzionano le cose qui. Ieri sera..."  - abbassa la voce con aria di cospirazione - "...quel ragazzo là dell'assicurazione è andato via con il bagagliaio pieno di roba! Gli ho dato due cassette di pere, vasetti di miele per lui, per le segretarie dell'ufficio, ... l'ho riempito di regali! La stessa cosa per il perito che verrà a verificare il danno. Lo conosco da quando era piccolo e ci regalavo sempre un panino e lui andava via tutto contento. Qui chi si fa i c*** propri non vive bene, perchè poi chi viene a controllare dice: "aspetta un po'... quello non mi ha mai fatto un favore, perchè dovrei fargliene un altro io?", e così te la fa pagare tutta, invece io sono amico di tutti, tutti mi devono dei favori e sicuramente per questo lavoro non tirerò fuori un centesimo. Ricordatevi bene: CHI NON DA, NON RICEVE".

Beh, non so dalle vostre parti, ma la mia coscienza cittadina mi dice che il cuore del ragionamento non è proprio del tutto pulito....



venerdì 2 settembre 2011

Spirito di osservazione

Lo spirito di osservazione è una qualità molto sviluppata nell'abitante di Macondo.
Tempo fa la mia vicina mi ha redarguito perchè non mi ero accorta che il giorno prima suo marito era stato portato in ospedale. "Ma  come", mi ha detto, "non ti sei accorta che non gira più nell'orto e intorno a casa?!?".
No, a dire il vero, non mi accorgo mai di niente.
Se passo davanti a una finestra quasi non guardo fuori e, lo ammetto, se vedo delle persone al di là del vetro, distolgo lo sguardo.
Purtroppo credo che questa sia una delle eredità del mio essere cresciuta in una grande città, innestata su una pervicace timidezza e su una non comune capacità di farmi i cosi miei.
Però credo che queste caratteristiche non mi porteranno lontano a Macondo.
Invece credo che lo "spirito di osservazione" sia una qualità e come tale vada coltivata.
B.P. ne parlava molto bene sia quando trattava del vivere a contatto con la natura, sia quando si trattava di scovare pericolosi malviventi.
In fondo anche in tivvù tutti i giorni ci insegnano che un capello ritrovato sotto un tappeto può fare miracoli. Ergo: pulire sempre bene sotto i tappeti e affinare i sensi...

PS del "come riportare le notizie" intuite tramite lo spirito di osservazione, parleremo in un altro post.