mercoledì 14 settembre 2011

Ecovillaggio o egovillaggio?

Come precedentemente annunciato, ci siamo trovati a discutere di un possibile futuro comunitario.

Abbiamo coinvolto una decina di persone variamente interessate alla cosa e tutte (più o meno) residenti nella zona.
All'appuntamento si è presentato solo Marco ed è stata una serata meravigliosa.
Nel tiepido tramonto dell'ennesima bella giornata che ci sta regalando questo strano settembre, ci siamo seduti intorno al tavolo sotto il portico della nostra piccola casa di legno con un bicchiere di vino (e le tre torte salate che avevo preparato per dieci persone) e ci siamo lasciati andare ai nostri sogni.
Era molto tempo che non discutevo così profondamente con qualcuno che non fosse mio marito di progetti per il futuro.
Gli argomenti si sono mischiati e dipanati con naturalezza: microeconomia, mutualità, autosussistenza, decrescita felice, vita in comune, visione comune, genius loci....
Intanto dalla collina di fronte spuntava una tonda enorme luna piena e le lanterne di carta erano più che sufficienti a combattere con noi la notte che avanzava.
Le parole sono importanti, ma di questi tempi vengono davvero svalutate da un uso eccessivo e inappropriato.
Deep walking (camminata consapevole), ecovillaggio, cohousing, costellazioni familiari, ecopsicologia .... per citare solo alcuni di quei termini che ci hanno fatto ridere di più nel corso della serata.
Eppure non è difficile capire e capirsi quando si scoprono esperienze comuni anche fatte in tempi differenti.

Non so come andrà a finire questa storia, non so se riusciremo davvero a costruire qualcosa insieme, ma spero che i nostri passi leggeri ci portino dove desideriamo. Nonostante tutto.

"Più lenti, più dolci, più profondi" (A. Langer)

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