sabato 28 dicembre 2013

ADDIO

La Panettiera, con estremo gaudio, essendo che si è liberata della panetteria qui descritta e che la panetteria, come avete imparato a conoscerla, ha chiuso i battenti, ha già aperto un altro blog più consono alle sue attuali occupazioni.

Potete quindi trovarla qui: cliccate qui.

Oppure qui, se vi piace di più.

Da ultimo post vi lascio il discorso di commiato che il Marì ha avuto la bontà di scrivere con spreco di poesia.
Il marì è stato vivamente sconsigliato dal mettere in vetrina queste belle parole.
Chè tanto nessuno le avrebbe capite.





Domenica 3 novembre sarà l’ultimo giorno di attività di questo negozio di alimentari: 

“…che tristezza… quando chiude un negozio in un paese è come se chiudesse il paese… quest’inverno si preannuncia ancora più duro… come faremo senza di voi…”
Queste sono alcune delle frasi che ho sentito di più in questi giorni e chissà quali sentimenti hanno provocato nei due giovani gestori del panificio.
Ma è soprattutto l’ultima che mi ha dato più da riflettere: COME FAREMO SENZA DI VOI ?
Sembra che la cosa che stia più a cuore al cliente sia risolvere il SUO problema: senza un negozio così vicino come fare ad avere cibo fresco ogni giorno?
Poi guardando a chi stava dietro il banco immaginavo anche l’altro pensiero: COME FAREMO A TROVARE UN NUOVO LAVORO ?
Ho conosciuto Alessandra e Emanuele in questi tre anni ed era sempre bello venire a far spesa, non solo per avere un buon pane, ma anche per sentire ancora l’aria che tira in una bottega, in un emporio, in una posteria (come l’hanno chiamata) uno di quei posti in cui oltre a trovare un po’ di tutto, senti parlare il paese che commenta i fatti del momento e si conforta ad andare avanti un altro giorno, in un incerto destino in cui gli abitanti raramente aumentano.
         Lei, quasi sempre dietro il banco, un po’ timida agli inizi ma sempre ben disposta, è diventata ormai        una pasticcera provetta nel preparare torte anche elaborate per festività e anniversari; lui, indaffarato di notte giù nel forno, qualche volta arrivava addormentato, immagino per il  brusco risveglio se occorreva in negozio, e l’ho sentito ricevere molti elogi per il suo pane ormai giudicato “veramente buono”.
Abitano nella frazione vicina dove hanno una loro casa con del terreno e mi dicono che ancora non sanno cosa faranno per vivere. Purtroppo quello che è certo è che “tenere aperto questo negozio non è una scelta possibile”, come mi dicono loro. Lo immagino: mi basta pensare al 2010: se il negozio era già chiuso, non era certo un’attività redditizia.
Mi dicono che, adesso che sono conosciuti, sperano di trovare qualche lavoretto nella valle o nei dintorni.
Ora penso alle due domande di cui sopra: i clienti senza negozio e i negozianti senza lavoro… mi sembra che la domanda resti la stessa: COME POSSIAMO FARCELA DA SOLI ?
Forse senza andare troppo su questioni di politica, di società o di costume la soluzione si troverà come al solito: aiutandosi fra vicini.


un cliente de La Posteria

1 commento:

  1. In quanto cognato sapevo, ma ogni volta che ci penso mi viene un poco di tristezza.

    Certo, quest'anno senza il vostro panettone la differenza si sente. Anche perché il vostro ne potevo mangiare uno intero e non mi veniva nemmeno un filo di nausea, gli altri bisogna contare le fette o aprire un mutuo per comprarne uno decente. (Dopo le vacanze mi cimenterò nell'impresa!)

    Dicevo la tristezza, tutta mia lo confesso: è che voi in quel progetto ci credevate molto e avete fatto di tutto per tenerlo in piedi, ma oltre un certo punto non ha senso insistere. Se "lì e ora" non è possibile è meglio darsi ad altro. So cosa vuol dire.

    Sono invece contento per il vostro spirito indomito e ottimista che spero vivamente vi porti un 2014 pieno di sorprese piacevoli e soddisfazioni.

    Pace e bene a voi!

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